“Nel Paese cresce la consapevolezza che lo ius sanguinis è antiquato. Non sarebbe stato uno scandalo sancirlo anche per legge”
Roma – 16 ottobre 2012 – “Mi sarebbe piaciuto giungere, nell’arco del mio mandato, a una ridefinizione del diritto di cittadinanza” ma “purtroppo non e’ stato possibile, in Parlamento si e’ determinata una certa impasse”.
Lo ha detto oggi il ministro per l’Integrazione e la Cooperazione, Andrea Riccardi, intervenendo all’inaugurazione dell’anno accademico dell’Universita’ Pontificia Salesiana .
“Mi sembra che nel Paese – ha spiegato Riccardi nella sua prolusione – cresca la consapevolezza del fatto che il nostro antiquato ius sanguinis non è più capace di rispondere alle esigenze di una società che accoglie gente proveniente da ogni parte del mondo, e, soprattutto, ne forma i figli, plasmandoli come italiani”. Ma in Parlamento “il timore che uno ius soli ‘puro’ potesse risultare troppo estensivo” ha impedito di procedere in questa direzione.
“Avevamo un’occasione preziosa per accorgerci della realtà. E cioè che chi è nato in Italia, parla italiano, si immerge nello studio della storia e della letteratura italiane, si interessa a quel che succede da noi, è già un italiano de facto. Non sarebbe certo stato uno scandalo, anzi sarebbe stato doveroso, sancire tutto questo anche de iure”.