Roma, 30 novembre 2022 – Presto inizierà la nuova stagione dei raccolti, e la carenza di manodopera anche quest’anno creerà numerosi problemi agli imprenditori. Proprio per questo motivo Coldiretti Puglia ha lanciato l’ennesimo appello al governo: serve immediatamente un Decreto flussi 2023, così da riuscire a salvare i raccolti. E soprattutto cogliere nel settore agroalimentare le opportunità che vengono dalla ripresa economica in un settore che resta fortemente dipendente dal contributo dei lavoratori stranieri.
Decreto flussi 2023, l’appello della Coldiretti Puglia
Come si legge nella nota pubblicata dalla Coldiretti Puglia, in questo critico momento storico è ancora più necessario ridurre la dipendenza alimentare dall’estero. E assicurare la possibilità di ridurre e consumare prodotti al giusto prezzo. Considerando che solamente in Puglia sono 88mila i cittadini non comunitari al 1° gennaio 2022, è chiaro che un nuovo Decreto flussi sia più che necessario. Principalmente, i lavoratori stranieri extracomunitari (14mila) si dividono tra Bari (4.194) e Lecce (3.863). Seguono poi Foggia (2.886), Taranto (2.401) e Brindisi (995). Tutte persone che potrebbero essere impiegate, regolarmente, nei campi agricoli. Soprattutto ora che le le importazioni di prodotti agroalimentari in Italia sono cresciute del 29%, aumentando di fatto la dipendenza dall’estero.
“Da mesi è sos manodopera nei campi in Puglia. Qui per salvare i raccolti, con la campagna olivicola in corso, e cogliere nel settore agroalimentare le opportunità che vengono dalla ripresa economica è importante il decreto flussi in un settore che resta ancora fortemente dipendente dal contributo dei lavoratori stranieri. Nei campi pugliesi già sono andate perse 30mila giornate di lavoro. Un problema grave in una situazione in cui a livello regionale viene ottenuto da mani straniere più di un quarto del Made in Italy a tavola. Con oltre 38mila lavoratori stranieri che forniscono il 22,4% del totale delle giornate di lavoro necessarie al settore in Puglia. Inoltre si registrano fortissime difficoltà a reperire anche la manodopera italiana”, si legge inoltre nella nota firmata da Coldiretti Puglia.
In Puglia, infatti, il contributo dei lavoratori stranieri all’agricoltura è importante nella raccolta dei pomodori, degli asparagi e dei carciofi. Non solo: anche nelle stalle sono diventati insostituibili. Secondo i dati, poi, la maggior parte degli extracomunitari hanno nazionalità rumena (51,18%), albanese (13,02%), bulgara (13,11%), marocchina (4,11%) e polacca (3,51%).
Coldiretti Puglia: “Per i prossimi raccolti mancherà la manodopera”
“In questo contesto, per sostenere la crescita, è necessario garantire la presenza di lavoratori in un settore come quello agricolo dove un prodotto su quattro viene raccolto da mani straniere. L’approvvigionamento alimentare è assicurato in Puglia grazie al lavoro di oltre 100mila aziende agricole e stalle. Più di 5mila imprese di lavorazione alimentare e una capillare rete di distribuzione tra negozi, supermercati, discount e mercati contadini di Campagna Amica. Nonostante le preoccupazioni per la sicurezza, i vincoli, le difficoltà economiche e gli ostacoli oggettivi all’operatività, dalla ridotta disponibilità di manodopera ai blocchi alle frontiere per i trasporti, un impegno quotidiano senza sosta è sostenuto anche dalle consegne a domicilio, dall’asporto e da importanti momenti di solidarietà verso i 200mila indigenti.
Intanto, arrivano i buoni lavoro nelle campagne dove occorre puntare sulla sburocratizzazione attraverso il confronto con le Istituzioni e i sindacati per individuare le formule più adeguate che garantiscano maggiore semplificazione per le imprese e le necessarie tutele per i lavoratori agricoli.”, si legge in conclusione nella nota di Coldiretti Puglia.
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