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Comunali 2013. Si chiudono le iscrizioni per i romeni, i polacchi e gli altri elettori Ue

Entro il 16 aprile le domande per entrare nelle liste aggiunte, altrimenti non potranno votare o essere votati. Enwereuzor (Cospe): “Servono più informazione agli elettori e un maggior interesse da parte della politica”

Roma – 15 aprile 2013 – Ancora poche ore per conquistare il diritto di scegliere i propri amministratori, sindaci e consiglieri che nei prossimi cinque anni guideranno le città dove vivono e crescono i loro figli.

È arrivata l’ultima chiamata per i romeni, i polacchi e i cittadini di altri Paesi dell’ Ue residenti negli oltre settecento Comuni dove il 26 e del 27 maggio si andrà alle urne. La legge riconosce loro l’elettorato attivo e passivo, ma per goderne devono necessariamente iscriversi entro il 16 aprile alle liste elettorali aggiunte.

Basta presentare una domanda al sindaco, tramite l’ufficio elettorale, ma le modalità possono variare tra un Comune e l’altro. A Roma, ad esempio, si può fare di persona, per posta, via fax o anche online. E probabilmente, per i “ritardatari” che vivono nella Capitale, internet rimane il canale più comodo e veloce (qui la testimonianza di una di loro).

Fino a oggi, la partecipazione di residenti comunitari alle elezioni locali è stata bassissima. Qualche mese fa una ricerca della Fondazione Cittalia ha dipinto un quadro desolante: solo l’8% dei comunitari maggiorenni residenti nelle tredici città capoluogo prese in considerazione (tra le altre, Torino, Genova, Bologna e Firenze) risultava iscritto alle liste elettorali aggiunte.

"Questo e altri dati – spiegavano i curatori dela ricerca  – evidenziano  la necessità di un’azione più decisa per la promozione del diritto di voto ai residenti comunitari, che l’Italia ha introdotto per prima in Europa con il recepimento della direttiva per l’estensione di questo diritto ai cittadini Ue già nel 1996. Serve un’azione dal basso e realmente condivisa".

A partire dal basso, cioè proprio dai potenziali elettori, ci ha provato in questi mesi il Cospe con il progetto Operation vote. Si tratta di una campagna di informazione e sensibilizzazione dei cittadini europei, con eventi sul territorio organizzati insieme alle associazioni romene e polacche e spazi dedicati al diritto di voto sui giornali delle comunità,  Gazeta Românească, Ziarul Românesc e Nasz Świat.

“Noi crediamo che lo strumento principale per portare alle urne i comunitari che vivono in Italia sia spiegare loro che hanno questo diritto e cosa devono fare per renderlo effettivo. Poi, certo, la semplificazione aiuta. Le iscrizioni online alle liste aggiunte, per esempio,  andrebbero ammesse in tutti i Comuni, non solo a Roma” dice Udo Enwereuzor responsabile transnazionale del progetto Operation Vote del Cospe.

Ma la politica non ha colpe nello scarso coinvolgimento degli elettori comunitari? “Abbiamo in programma una ricerca a riguardo, – premette  Enwereuzor  – ma abbiamo già l’’impressione’ che gli agenti sociali, a cominciare dai partiti, non si siano finora interessati a questi elettori. E hanno fatto male, perché i numeri sono rilevanti”.

Elvio Pasca
 

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