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Dai Dico ai Cus, sparisce il permesso

Il nuovo testo sulle unioni di fatto non parla dei diritti degli irregolari. Strada in salita per gli amori oltre confine

ROMA – Non c’è spazio per gli stranieri senza permesso di soggiorno nei Contratti di Unione Solidale.

Il ddl sulle unioni di fatto presentato ieri in Senato, che manda in soffitta i Dico, parla di immigrati a proposito dell’"Unione solidale dello straniero nello Stato". Il testo specifica che "lo straniero regolarmente soggiornante in Italia che intenda sottoscrivere un contatto di unione deve osservare le disposizioni di cui all’articolo 116"del codice civile, cioè farsi rilasciare dalle autorità del suo Paese un nulla osta e, come gli italiani, fare le pubblicazioni in Comune.

Ma che succede se il partner straniero è in Italia irregolarmente? La proposta sui Dico presentata a febbraio dal governo prevedeva il "rilascio di un permesso di soggiorno per convivenza", ma il centrodestra aveva da subito paventato il rischio di unioni fittizie, sfruttate dai clandestini per mettersi in regola. Ora quella possibilità non è più contemplata, almeno esplicitamente, dal testo predisposto dal presidente della commissione giustizia Cesare Salvi.

L’omissione gelerà le speranze di tutte le coppie miste che oggi per stare insieme devono barcamenarsi tra le strette maglie della legge sull’immigrazione, chiedendo visti per turismo o arrivando anche a finte assunzioni pur di strappare al Viminale un permesso di soggiorno più duraturo. Sono tanti quelli che, esausti, si sposano, magari affrettando un passo che le coppie italiane possono compiere con la giusta ponderazione.

Non tutto è perduto. L’iter dei Cus è ancora lungo e incerto, e per correggere la svista (volontaria o no) basterebbe un emendamento.

Il disegno di legge sui Contratti di Unione Solidale

(13 luglio 2007)

 

Elvio Pasca

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