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La cultura italiana? Si impara alla Moschea

Il progetto si è concluso l’8 luglio e ha coinvolto 35 persone. Il ministro Ferrero: "E’ un’iniziativa pilota. Prevediamo di finanziare mille progetti simili"

ROMA – Il percorso di educazione civica destinato ad immigrati musulmani, promosso dal ministero della Solidarietà sociale e attuato dalla rivista ‘Confronti’ in collaborazione con il Centro Islamico Culturale d’Italia-Grande Moschea, si è concluso l’8 luglio.

Il progetto era composto da due filoni: uno di lingua italiana, presso il centro culturale della Grande Moschea, ha coinvolto una quindicina di donne ( con tanto di servizio baby sitting per facilitarne la partecipazione). L’altro di cultura generale e di educazione civica, realizzato presso la Moschea Al fath di via della Magliana, sempre a Roma è stato frequentato da 20 uomini appartenenti alla comunità musulmana della Capitale. Quest’ultimo è stato il primo corso del genere tenuto in un luogo di culto, ed è stato condotto da esperti docenti italiani, con lezioni sugli aspetti fondamentali della Carta Costituzionale, sulla storia recente del nostro Paese e sulla conoscenza del territorio italiano.

"L’obiettivo era entrare nelle moschee, incontrare uomini e donne, formandoli, sostenendoli nella lingua e nell’educazione civica – ha spiegato oggi Mostafa El Ayoubi, caporedattore della rivista ‘Confronti’, nel corso della conferenza stampa di presentazione dei risultati del progetto – se la Moschea non va dallo Stato, lo Stato va alla Moschea. Il progetto ha dato un esito positivo, siamo veramente entrati nella Moschea, che si è dimostrato un luogo aperto e disponibile all’incontro multiculturale e multietnico".

"La Moschea è un luogo di incontro e di discussione – ha confermato il ministro Ferrero – non è un luogo chiuso. Bisogna costruire un tessuto di dialogo e di confronto e dire no alla ghettizzazione". Il ministro della Solidarietà sociale ha denunciato una situazione in Italia che è "peggiorata e sta peggiorando dal punto di vista della coesistenza tra italiani e stranieri". Per questo Ferrero ha ribadito l’importanza dei corsi di educazione civica, sottolineandone l’aspetto della "inclusione sociale, del dialogo e del confronto".

Il progetto "Laboratorio Cittadinanza", nel suo complesso, si inserisce nelle iniziative del ministero della Solidarietà sociale per favorire l’inclusione sociale e l’integrazione degli immigrati, a partire dalla costituzione di un fondo ad hoc, per cui sono già stati stanziati 50 milioni di euro.

"Una parte – ha spiegato il ministro – verrà utilizzata per l’abbattimento dei ghetti, un’altra per i corsi promossi da associazioni di volontariato in tutta Italia.E un’ultima parte, oltre 10 milioni, per l’insegnamento della lingua italiana e dei valori della Costituzione. L’ipotesi è di affidare 10mila euro per ciascun corso e realizzarne quindi mille simili. Il nostro obiettivo è partire da questo progetto pilota e farlo diventare una pratica normale, attuandolo in tutta Italia".

(12 luglio 2007)

 

AG

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