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Dai pattugliamenti misti al mutuo riconoscimento, le richieste dell’Italia all’Ue

Incontro tecnico a Roma in vista del vertice tra Alfano e Malmstroem. Bruxelles: “Frontex al posto di Mare Nostrum? Impossibile”

Roma – 26 agosto 2014 – Tecnici italiani, della Commissione Europea e di Frontex prepareranno oggi a Roma l’incontro di domani a Bruxelles tra la commissaria europea all'Immigrazione, Cecilia Malmstroem, e il ministro dell'Interno Angelino Alfano.

Come ha spiegato ieri il portavoce della Malmstroem, Michele Cercone, l’oggetto delle discussioni sarà il sostegno che Frontex potrà dare all’Italia nell’operazione "Mare Nostrum".

A Bruxelles per ora si considera "non fattibile" un vero e proprio passaggio di consegne dalla Marina Italia all’Agenzia per le Frontiere, che è a corto di fondi, uomini e mezzi, ma secondo Cercone Frontex potrebbe funzionare da complemento di "Mare Nostrum" collaborando con le autorità italiane con i mezzi a sua disposizione per, eventualmente, coprire aree del Mediterraneo non più coperte dalla Marina militare italiana.

"Metteremo a disposizione tutti i mezzi attualmente disponibili per Frontex per accompagnare gli sforzi italiani", ha precisato Cercone, ricordando che, comunque, le decisioni sul futuro di Mare Nostrum (e in particolare l'eventuale riduzione dell'area del Mediterraneo coperta dalla sorveglianza della Marina) sono di competenza delle autorità italiane.

L’Italia, anticipa oggi il Corriere della Sera, metterà sul tavolo almeno tre proposte.

Innanzitutto, che anche altri paesi dell’Ue mettano a disposizione uomini e mezzi per creare una flotta multinazionale che pattugli il Mediterraneo. Oltre che per l’impegno economico, i nostri partner potrebbero però essere spaventati dalla prospettiva di dover poi accogliere sul loro territorio le persone salvate in mare.

Ancora più difficile sarà la battaglia per il “mutuo riconoscimento” di cui parlava qualche giorno fa il capo del dipartimento immigrazione del Viminale Mario Morcone. L’obiettivo è rilasciare a chi ottiene protezione internazionale un permesso di soggiorno valido per vivere e lavorare in tutti i paesi dell’Ue, in modo che possa spostarsi dove preferisce senza essere “prigioniero” del paese di primo ingresso.

Infine, l’Italia vorrebbe coinvolgere nell’accoglienza dei profughi anche l’Egitto e la Tunisia. Una forma di cooperazione che però dovrà fare i conti con l’instabilità politica dei due Paesi, che sebbene sia diminuita non è ancora stata sufficientemente superata.
 

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