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Decreto Flussi, Assindatcolf: “Esclusi anche questa volta nonostante la carenza di lavoro domestico”

Roma, 29 marzo 2023 – Nonostante il settore del lavoro domestico in Italia sia in crescita, ancora una volta è rimasto escluso dal Decreto Flussi. Proprio per questo motivo Assindatcolf, l’associazione delle colf e badanti, chiede al governo di essere inserito nel prossimo decreto per regolamentare il settore e per riuscire ad ampliare il numero di lavoratori, così da soddisfare le domande.

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Decreto Flussi, Asindatcolf: “Lavoratori domestici di nuovo esclusi”

Come sottolinea Assindatcolf, il settore ha bisogno di nuova forza lavoro per compensare l’invecchiamento delle famiglie e dei lavoratori già presenti. Per questo è ancora più necessario regolamentare il lavoro domestico, così da riuscire a garantire le necessità e i diritti sia degli impiegati, che delle famiglie che li assumono. “Il tema dell’attuale Decreto Flussi, che ha prodotto tre volte le domande dei posti disponibili, non vede il lavoro domestico coinvolto. Asindatcolf perciò chiede al governo Meloni di essere inserito nel prossimo Decreto Flussi. Purtroppo è dal 2012 che non veniamo presi in considerazione. Domandiamo quindi che sia previsto un numero più o meno alto, più o meno stagionali.

L’assenza di un Decreto, infatti, fa sì che che il settore si sia dovuto “regolare” per sistemare i rapporti di lavoro di persone già esistenti sul territorio nazionale con almeno due sanatorie (quella del 2012 e quella del 2020 che è ancora in corso). Però non si può andare avanti così. Non si può andare avanti a tamponare, perchè è un settore che sta sempre più aumentando. Se tutti i lavoratori del settore fossero in regola saremmo sicuramente il primo contratto collettivo come numero di addetti.

Il mondo del lavoro domestico conosciuto dall’Inps, quindi quello regolare, si compone di 961mila addetti, di questi il 60% sono cittadini non italiani e in particolare di questo 60% un 25% è comunitario e il resto sono extracomunitari. Quindi hanno bisogno di un permesso di soggiorno per essere presenti in Italia. A questo mondo si aggiunge il lavoro irregolare“. Se guardiamo il totale, infatti, il numero di lavoratori domestici si alza a oltre 2milioni. “Perciò se ci sono 961mila lavoratori riconosciuti dall’Inps, significa che 1 milione, 1 milione e 100 non sono riconosciuti, sono in nero. Inoltre, dal punto di vista del fabbisogno del settore, abbiamo bisogno di nuova forza lavoro per compensare l’invecchiamento sia delle famiglie, che dei domestici già presenti. E’ ovvia quindi la necessità di inserire il lavoro domestico all’interno del Decreto Flussi”, ha infine dichiarato Assindatcolf.

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