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Denunce negli ospedali, ancora proteste

Casini: "Una grande stupidità". No dalla Regione Piemonte e dal comune di Torino Roma – 3 marzo 2009 – Continua a far discutere la norma del ddl sicurezza, attualmente all’esame della Camera, che elimina il divieto di segnalazione per gli stranieri senza permesso si soggiorno che si curano negli ospedali.

"Non possiamo fare fesserie per demagogia. Non si può obbligare il medico a denunciare il clandestino". Lo ha detto ieri pomeriggio a  Trieste  il leader dell’Udc Pier Ferdinando Casini. "Se fosse così  il clandestino oltre a non andare più sicuramente dal medico, si porrebbe anche a rischio di contagio".

"Oppure – ha aggiunto Casini – il clandestino di appoggerebbe a un racket di sanità parallela e quindi essa stessa clandestina. Questo io lo chiamo un primitivismo culturale e morale ma anche una grande stupidità.

Altri no alle denunce negli ospedali sono arrivati ieri dal Piemonte, dove la giunta regionale ha approvato una comunicazione con la quale si chiede ai capigruppo della Camera di non varare la norma.

Secondo l’assessore alla Sanità Eleonora Artesio, questa  "introduce un elemento di timore nell’accesso ai servizi sanitari, viene meno la tutela della salute pubblica e si entra in contrasto con l’art.32 della Costituzione che sancisce che quello alla salute è un diritto di tutti gli individui e non si basa sulla residenza o sulla cittadinanza".

Preoccupazioni simili "per la salute degli immigrati nonché della collettività" sono state espresse anche in un ordine del giorno approvato ieri dal consiglio comunale di Torino. Gli immigrati irregolari, si legge nel documento,  "saranno disincentivati a recarsi presso sanitari" e di conseguenza "potrebbero correre rischi di vita o diventare portatori di particolari e gravi patologie, potenzialmente  diffusibili nella popolazione intera, come ad esempio le malattie  sessualmente trasmissibili e la tbc".

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