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Dialogo interreligioso. Lamorgese: “Coesione sociale presupposto perché il Paese possa crescere in sicurezza”

Roma, 7 ottobre 2021 – “Il processo di costruzione della pace può conoscere pause, momenti di tensione o di scoramento, può talora andare incontro anche alla sconfitta, ma non ha e non può avere alternative”.

Così il ministro dell’Interno, Luciana Lamorgese nel suo intervento all’assemblea di apertura dell’incontro internazionale di preghiera per la pace “Popoli fratelli – Terra futura”, organizzato dalla comunità di Sant’Egidio, presso il centro convegni La Nuvola a Roma, che vedrà la presenza di Papa Francesco nella giornata conclusiva di domani.

La cerimonia è stata introdotta dall’indirizzo di saluto del presidente della comunità di Sant’Egidio Marco Impagliazzo che la titolare del Viminale ha voluto ringraziare per «il paziente lavoro di tessitura che, avvicinando in fraternità contesti e scenari lontani, fa sì che a donne e uomini provenienti dai più disparati angoli del mondo possa essere dato un futuro di dignità e di Pace».

Nel richiamare la fondamentale missione istituzionale della coesione sociale perseguita dal ministero dell’Interno, Lamorgese ne sottolinea «il compito che abbraccia ogni espressione in cui l’uomo intenda realizzare e completare la sua personalità. Per questo, perché nessuno ne venga escluso, la ricerca della coesione ha significato soprattutto rispetto delle diversità e tutela delle minoranze» e, ancora, «presupposto perché il Paese possa crescere in sicurezza e andare avanti sulla via dello sviluppo e del progresso».

Cita, nel suo intervento, «la felice esperienza dei corridoi umanitari per i profughi in condizione di vulnerabilità, realizzata grazie alla collaborazione tra la comunità di Sant’Egidio, le chiese Evangeliche e i ministeri dell’Interno e degli Esteri», definendola come «una delle migliori pratiche a livello mondiale nel vasto campo dell’immigrazione e dell’integrazione».

Non manca un passaggio sull’attuale contesto socio economico reso vulnerabile dalla crisi pandemica, ricordando le difficoltà vissute dagli «operatori economici, specie per quelli dalle dimensioni più modeste, esasperati dalla insufficienza improvvisa di reddito e angosciati, quando la propagazione del virus era al suo apice, per l’assenza di prospettive di ripresa».

Al riguardo, afferma con forza e determinazione che «Dobbiamo scongiurare che la pandemia produca guasti strutturali nell’economia e nella distribuzione della ricchezza, aumentando il solco tra le classi sociali e il divario tra il Nord e il Sud del mondo».

All’intervento del ministro Lamorgese sono seguiti gli interventi di Bartolomeo I Patriarca Ecumenico di Costantinopoli, Justin Welby Arcivescovo di Canterbury e primate della Chiesa d’Inghilterra, Pinchas Goldschmidt Presidente della Conferenza dei Rabbini Europei, Mohamed Al-Duwaini Vicario del Grande Iman di al Azhar in Egitto e Nahyan bin Mubarak Al Nahyan, ministro della Tolleranza e della Convivenza, Emirati Arabi Uniti.

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