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Diciassette Paesi europei chiedono un rafforzamento delle regole sul rimpatrio degli immigrati irregolari

Roma, 8 ottobre 2024 – Un gruppo di diciassette Paesi europei, tra cui Germania, Francia, Italia e altri Stati membri dell’Unione Europea, ha presentato una richiesta formale alla Commissione Europea per un aggiornamento delle normative sul rimpatrio degli immigrati irregolari. La proposta è stata avanzata attraverso un non-paper, elaborato da Austria e Olanda, che ha ottenuto il sostegno anche di tre Stati dell’area Schengen priva di passaporti: Norvegia, Svizzera e Liechtenstein.

La richiesta si concentra sulla necessità di modificare l’attuale direttiva sui rimpatri, introdotta per la prima volta nel 2005 e adottata nel 2008. Questa direttiva era stata pensata per stabilire garanzie e procedure minime per il rimpatrio degli immigrati irregolari nei loro Paesi di origine, garantendo nel contempo il rispetto dei diritti fondamentali. Tuttavia, secondo i firmatari del documento, il contesto geopolitico e sociale in Europa è cambiato radicalmente negli ultimi vent’anni, rendendo necessaria una revisione delle regole.

“La direttiva attuale non riflette sufficientemente le esigenze odierne per garantire allontanamenti efficaci”, si legge nella lettera inviata alla Commissione. La proposta suggerisce l’introduzione di un nuovo quadro giuridico che faciliti e acceleri le procedure di rimpatrio, senza compromettere i diritti fondamentali. Gli Stati membri e gli Stati partner dovrebbero poter operare rimpatri effettivi di migranti in posizione irregolare, senza dover dipendere dall’interpretazione della Corte di Giustizia dell’Unione Europea.

Questa richiesta riflette una crescente preoccupazione tra i Paesi europei riguardo alla gestione dei flussi migratori, in particolare per quanto riguarda l’effettiva esecuzione dei rimpatri. Molti Paesi ritengono che l’attuale normativa sia troppo lenta e complessa, rendendo difficile la gestione dei migranti irregolari. Il nuovo quadro normativo auspicato permetterebbe agli Stati membri di avere maggiore flessibilità e rapidità nell’attuare le procedure di rimpatrio, in linea con le necessità attuali e con l’obiettivo di migliorare la gestione della migrazione a livello europeo.

Questa iniziativa segnala una spinta crescente verso una riforma delle politiche migratorie dell’UE, con particolare attenzione ai rimpatri, in un momento in cui il dibattito sulla migrazione continua ad essere al centro dell’agenda politica europea.

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