All’età di 60 anni, a causa di un arresto cardiaco, è morto Diego Armando Maradona. A riportare la notizia che sta sconvolgendo il mondo intero sono stati il quotidiano argentino Il Clarin e la CNN. A poche settimane dall’operazione alla testa, il suo cuore si è fermato. Maradona è stato, e rimarrà sempre, uno dei più grandi giocatori di tutti i tempi: il Pibe de Oro. Il mondo del calcio, ma più in generale quello dello sport e non solo, ora è in lutto.
Diego Armando Maradona morto, fatale un arresto cardiaco
Un mondiale vinto con l’Argentina, due scudetti con il Napoli: Diego Armando Maradona è stato uno dei campioni più amati in assoluto. Dopo aver festeggiato il suo compleanno, lo scorso 30 ottobre, era stato portato d’urgenza in ospedale. Lì era stato operato alla testa. Solo pochi giorni fa era uscito dall’ospedale di Buenos Aires, e sembrava stesse meglio. Poi, oggi, un arresto cardiaco gli è stato fatale. E’ accaduto intorno alle 12 locali, nella sua abitazione a Tigre. Il personale medico che gli stava fornendo assistenza ventiquattro ore al giorno è intervenuto tempestivamente, e ha tentato di rianimarlo intanto che aspettava l’ambulanza. Quando è arrivata, però, non c’era già più niente da fare se non constatare la morte del grande campione.
La sua vita è stata caratterizzata da successi e sregolatezza: il mondiale dell’86 con l’Argentina, i due scudetti con il Napoli nel 1987 e nel 1990. La famosissima Mano de Dios in Argentina-Inghiterra, un gol che aveva più che altro il sapore di un atto politico, di rivincita. Tutti i suoi titoli, i trionfi, però, non bastano per descrivere cosa davvero Diago Armando Maradona è stato nei suoi sessant’anni di vita.
Maradona, il simbolo di un sogno che si realizza
Diego Armando Maradona è sempre stato un simbolo di realizzazione per la comunità latina in Italia, e non solo. Nato a Lanús da Diego e Dalma, il campione proveniva da una famiglia povera, che a stento riusciva a mettere un piatto in tavola per lui e i suoi sei fratelli. Il suo talento, però, è stato motivo di riscatto. E questo lo ha fatto diventare una vera e propria icona: un eroe dello sport, un mito “democratico” rappresentazione del popolo e dei suoi valori. Maradona incarnò sempre questo spirito, proveniente proprio dalle sue umili origini. Un ultimo che diventa primo. Non bastarono gli scandali legati all’abuso di droga o di doping per cambiare la sua nomea, e il rispetto che i tifosi argentini e napoletani gli hanno sempre portato.
Per Napoli, infatti, oggi è un giorno nero. Non è un caso se il Comune ora sta pensando di intitolare lo stadio San Paolo proprio a suo nome. L’iniziativa l’ha lanciata il presidente della commissione Sport, Carmine Sgambati: “Ha fatto sognare milioni di napoletani. Dedicargli il San Paolo sarebbe un grande sogno”. Anche il sindaco De Magistris si è già detto favorevole all’iniziativa. E se in Argentina sono già stati proclamati tre giorni di lutto cittadino, anche a Napoli verrà a proclamato per onorare la memoria del Pibe de Oro.
“Pochi minuti fa abbiamo appreso la terribile notizia della morte di Diego Armando Maradona. Una notizia tragica in un anno pessimo. Maradona è Napoli. L’amore di Napoli e dei napoletani è viscerale. Oggi per Napoli è una giornata tristissima. L’abbraccio di tutti i napoletani per la famiglia, nella consapevolezza che questo amore non finirà mai: è stato un amore vero e grande”, ha dichiarato il sindaco De Magistris.
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