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Diritto di voto. “In Parlamento maggioranza pronta ad approvarlo”

Radwan Khawatmi (Movimento Nuovi Italiani): "Proposta trasversale ha i voti di Fli, Udc, Pd e Idv, ma anche di cinquanta parlamentari del Pdl"

Roma – 30 novembre 2010 – Oltre un anno fa deputati di tutti schieramenti, Lega esclusa, presentarono alla Camera una proposta di legge per riconoscere agli immigrati il diritto di voto amministrativo.  Assegnato alla Commissione Affari Costituzionali, finora quel testo non è mai stato discusso, ma Radwan Khawatmi, presidente del Movimento Nuovi Italiani, non ha dubbi: “Oggi ha i numeri in Parlamento per essere approvata”.

Oggi? “Si, oggi. Avrebbe i voti di Futuro e Libertà, dell’Unione di Centro, del Partito Democratico e dell’Italia dei Valori, ma anche di una cinquantina tra deputati e senatori del Popolo della Libertà. Sono parlamentari contattati direttamente dal nostro Movimento che hanno dichiarato la loro totale disponibilità a votare quella proposta” assicura Khawatmi.

Impossibile fargli dire i nomi dei cinquanta pidiellini, anche perché al presidente dei Nuovi Italiani non sfugge che l’ultima parola, per i voti del Pdl, toccherebbe a Berlusconi. “In questa situazione politica è chiaro che se Berlusconi dicesse di non votare al proposta i parlamentari del Pdl che sono favorevoli si troverebbero in una situazione molto difficile”.

 “Berlusconi – riflette Khawatmi – deve smarcarsi dai veti  della Lega e convincersi che gli immigrati non sono automaticamente elettori di sinistra. Fatto questo, appoggerebbe anche lui il diritto di voto”. Per ora il presidente del Consiglio non sembra però aver imboccato questa strada. 

È vero che durante la campagne elettorale del 2008, durante un collegamento telefonico con una manifestazione di Nuovi Italiani a Parma, Berlusconi disse che si sarebbe impegnato per stabilire i criteri sul voto degli immigrati. Ma dopo le reazioni degli alleati leghisti fece marcia indietro (“non è nel programma”) e in tempi più recenti ha definito il diritto di voto un “subdolo stratagemma dei comunisti” per guadagnare elettori.

La proposta alla Camera
Intanto, nei cassetti della Camera, rimane quella proposta di legge trasversale, firmata, tra gli altri, da  Walter Veltroni e Salvatore Vassallo del Pd, Flavia Perina e Fabio Granata, allora membri del Pdl oggi di Fli, Leoluca Orlando dell’Idv e Roberto Rao dell’Udc.

Se approvata, permetterebbe a extracomunitari e apolidi di andare alle urne per elezioni comunali e circoscrizionali se sono regolarmente in Italia da più di cinque anni. Potrebbero inoltre candidarsi come consiglieri ed essere nominati nella giunta, con esclusione della carica di sindaco e vicesindaco.

Verrebbe introdotto un meccanismo simile a quello già in vigore per il voto dei cittadini comunitari. Gli immigrati interessati a votare dovrebbero infatti chiedere di essere iscritti in una lista elettorale aggiunta nel comune di residenza e, se intendono candidarsi, dimostrare che non hanno perso il diritto di eleggibilità per uno dei motivi previsti dalla legge italiana.

Ci sarebbe anche una copertura di diritto internazionale. L’Italia dovrebbe infatti ratificare e dare piena esecuzione al capitolo C della Convenzione di Strasburgo del 1992 sulla partecipazione degli stranieri alla vita pubblica a livello locale, che prevede, appunto, il diritto di voto per chi risiede regolarmente in un Paese europeo da almeno cinque anni.

Elvio Pasca

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