Massimo Bitonci a Padova voleva divieto di dimora e visite obbligatorie. Il Tar: "Non c'è un'emergenza sanitaria"
Padova – 22 dicembre 2014 – Divieto di dimora , anche occasionale, presso qualsiasi struttura di accoglienza, per chi era senza certificato medico e documento di identità. Obbligo di farsi visitare in ospedale per gli immigrati senza permesso di soggiorno o tessera sanitaria sorpresi dai vigili in città.
È quando prevedeva l'ordinanza “anti-ebola” firmata lo scorso ottobre a Padova dal sindaco leghista Massimo Bitonci “per tutelare i cittadini”. Sapeva molto di “dagli all'untore”, ma ora è stata cancellata dal Tribunale Amministrativo regionale del Veneto, perché ritenuta inutile e illegittima.
I giudici hanno accolto un ricorso presentato dagli avvocati Giovanna Berti, Marco Ferrero, Marco Paggi e Fabio Corvaja, in rappresentanza delle associazioni ASGI e Razzismo Stop. Rilevando che “il provvedimento impugnato non evidenzia la sussistenza dei presupposti di contingibilità ed urgenza o la sussistenza di un’emergenza sanitaria di carattere locale che giustifichi l’esercizio del potere di ordinanza” .
Nella decisione si fa riferimento alla documentazione presentata in giudizio, come il protocollo per la gestione della malattia da virus Ebola redatto dall’Ulss n. 16 di Padova e anche “le argomentazioni contenute nella memoria del Comune circa l’esistenza di accurati ed efficaci controlli sanitari nei confronti dei profughi che sbarcano in Italia che sembrano contraddire i presupposti fattuali sui quali si fonda l’ordinanza”.
Afferma il TAR, “per quanto riguarda gli stranieri privi di titolo di soggiorno già presenti in Italia non sembra allo stato esservi un tasso di rischio diverso da quello riscontrabile per la generalità della popolazione residente“.
L’ordinanza del Comune di Padova va sospesa, conclude il TAR, accogliendo le tesi degli avvocati delle associazioni, perché“adottata in mancanza di un’emergenza sanitaria e dei presupposti di contingibilità ed urgenza produce effetti lesivi privi di giustificazione” .
Secondo ASGI e Razzismo Stop , la decisione appare confermare quanto la società civile aveva già denunciato: si tratta infatti di una ordinanza emanata con il solo scopo di diffondere allarme e un’idea dei migranti come potenziali portatori di malattie infettive. “Ringraziamo – scrivono le associazioni – gli oltre mille cittadini di Padova e tutte le realtà che hanno sostenuto questo ricorso“.
Leggi l'ordinanza del TAR del Veneto