Il leghista andrà al ballottaggio, ma parte con 8 punti di distacco rispetto al candidato del centrosinistra. Si è presentato alle urne con le solite sparate contro gli stranieri, e una condanna per razzismo
Roma – 28 maggio 2013 – Andrà al ballottaggio, ma è decisamente inferiore alle attese sue e di chi lo sostiene la performance elettorale di Giancarlo Gentilini, candidato sindaco a Treviso da Lega Nord e Popolo delle Libertà.
Secondo gli ultimi dati del Viminale, in quella che fino a oggi è stata una roccaforte del Carroccio, lo “sceriffo” si ferma sotto il 35%, contro il 43% del candidato del centrosinistra, Giovanni Manildo. E non sarà certo semplice recuperare un distacco di otto punti nei prossimi quindici giorni.
Gentilini rischia seriamente di dover dire addio ai piani alti del Palazzo Comunale dove è di casa da quasi vent’anni, essendo stato primo cittadino dal 1994 al 2003, quindi vicesindaco dal 2003 ad oggi. E da dove non ha mai fatto mancare bordate contro gli immigrati, come quando li voleva far vestire da leprotti "e poi pum pum pum ", non risparmiandosi nemmeno in questa campagna elettorale.
Pochi giorni, ad esempio, fa ha proposto che gli immigrati “si appuntino sul petto un pezzo di lenzuolo con nome, cognome e luogo di destinazione”, perché “bisogna sapere chi calca il territorio italiano”. E sproloquiando sulla strage di Niguarda ha invocato la pena di morte per Kabobo con “un'iniezione letale, perchè la morte deve essere data lentamente”, e perché “è un delitto pazzesco e la pazzia va eliminata”.
Agli elettori, del resto, Gentilini si è presentato forte di una condanna in secondo grado per istigazione all’odio razziale. Merito di un suo intervento ad un raduno leghista, nel corso del quale attaccò rom, musulmani e immigrati. Idee che a quanto pare non riescono più a garantirgli il sostegno della maggioranza dei suoi concittadini.
Elvio Pasca