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Emergenza Nord Africa. Cancellieri: “Non abbandoniamo i profughi”

Il ministro dell’Interno: “L’accoglienza continua per minori, vulnerabili e per chi attende l’asilo o il permesso umanitario. Non si può pensare a un'ospitalità infinita, la crisi pesa”

Roma – 1 marzo 2013 – “Il tempo degli arrivi massicci da Libia e Tunisia è passato e l’Italia deve poter uscire dall’emergenza. Ma stiamo lavorando affinché i migranti di quei Paesi ancora in Italia non restino da un giorno all’altro privi di sostegno…”

Il ministro dell’Interno, Anna Maria Cancellieri, in un’intervista pubblicata oggi dall’Avvenire, rassicura sul futuro dei profughi del’Emergenza Nordafrica, chiarendo che non tutti dovranno uscire dalle strutture che li hanno ospitati fino a ieri.

“Potranno restare – spiega – le 7.400 persone ancora in attesa di essere sentite dalle commissioni per il rilascio dello status di asilo. E lo stesso vale per i nuclei familiari e gli appartenenti alle categorie "vulnerabili" previste dal sistema per la protezione e l’accoglienza dei rifugiati e richiedenti asilo, che resteranno per almeno altri sei mesi: minori, genitori single con prole, donne in gravidanza, anziani, disabili o vittime di soprusi e torture, mentre i tossicodipendenti verranno assegnati a strutture idonee”.

“Infine – aggiunge Cancellieri –  resteranno quelli in attesa del permesso umanitario o del titolo di viaggio. Sono categorie ampie e dovrebbero includere buona parte dei migranti” sostiene il ministro.

Al Viminale non hanno ancora un quadro completo della situazione, perché solo la metà delle prefetture italiane ha inviato i dati sulla situazione de profughi. “I dati delle prime 50 prefetture, aggiornati a ieri, dicono che su 8.178 presenti, 5.736 hanno chiesto di uscire. Un altro 24% non ha ancora manifestato la propria volontà. Per chi lo vorrà, sarà a disposizione il rimpatrio volontario assistito”.  Chi andrà in altri Pesi europei potrà rimanerci al massimo per tre mesi.

Che ne sarà di chi resta qui? “Ce ne occuperemo gradualmente. Il fatto che la legge non abbia prorogato la possibilità di 12 sezioni aggiuntive alle 10 commissioni per lo status di rifugiato, che già lavorano alacremente, non aiuta a velocizzare i tempi per l’esame delle domande: il prossimo Parlamento dovrebbe occuparsene.

“Non consentiremo – conclude Cancellieri – speculazioni di chi vorrebbe lucrare sulla pelle degli immigrati, puntando ad esempio a prolungare sine die situazioni di "ospitalità retribuita".  Non mi riferisco certo ai Comuni né alle associazioni di volontariato, cattoliche e laiche in prima linea nell’accoglienza con spirito umanitario: senza di loro, si farebbe ben poco. Sappiamo tutti quanto l’attuale situazione di crisi economica pesi sull’Italia, non solo sulle possibilità di accoglienza dei rifugiati ma su tutto il sistema di welfare”.
 

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