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Ferrero: “Regolarizzazione o nuovo decreto flussi”

Se il decreto non sarà possibile bisognerà almeno fare un secondo decreto flussi visto che le domande sono quattro volte i numeri del decreto 2007"

ROMA, 7 febbraio – Un decreto legge per regolarizzare gli stranieri che lavorano in Italia o, in seconda battuta, un nuovo decreto flussi che accolga la graduatoria di quello del 2007: è ciò che chiede il ministro della Solidarietà Sociale, Paolo Ferrero.

"Ho chiesto a Prodi – ha spiegato Ferrero intervenendo a un convegno sull’immigrazione – di fare un decreto legge per la regolarizzazione degli immigrati che lavorano e che secondo me sta nell’ordinaria amministrazione, nel senso che straordinario sarebbe non fare nulla, visto che ci sono 700mila domande e 170mila posti disponibili. Se non sarà possibile, perché il governo e la maggioranza non riterranno opportuno in vista della campagna elettorale esporsi su questo terreno, la battaglia sarà almeno quella di fare un decreto flussi 2008, che dovrebbe assumere la graduatoria di quello del 2007". "Bisogna premiare i percorsi di regolarità e non quelli di irregolarità – ha aggiunto – e questo sarà un punto di discussione in questi quattro mesi".

Ferrero ha spiegato che non si può dire a priori quanti siano gli immigrati irregolari che lavorano in Italia: " Si può presumere – ha detto – che siano 3-400mila persone. Non si tratterebbe di nuovi ingressi, ma di far sì che chi ha un posto di lavoro possa starci regolarmente e pagare l’affitto, i contributi, le tasse, queste cose normali in un paese civile".
Se il decreto non sarà possibile, secondo il ministro bisognerà almeno fare un secondo decreto flussi "visto che le domande sono quattro volte i numeri del decreto 2007".

"La via maestra – ha puntualizzato Ferrero – è la prima, perché la stortura è nella legge Bossi-Fini, e non nel comportamento degli immigrati. Fare un decreto legge di regolarizzazione sarebbe un modo per togliere quella stortura. Ne abbiamo parlato con Prodi – ha reso noto Ferrero – e lui si é riservato. La cosa rimane in piedi. Si può sempre fare, perché si tratta di un decreto legge – ha spiegato ancora Ferrero – non è da convertire, è un decreto che dura 60 giorni e in quei sessanta giorni chi ha un immigrato regolare che lavora per lui può regolarizzarlo".

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Rassegna immigrazione 7/2/2008