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FI rilancia sullo Ius Scholae: pronti a votare con il centrosinistra, gelo con la Lega

Roma, 3 luglio 2025 – Si riaccende il dibattito sulla riforma della cittadinanza e a riaccenderlo è una mossa che potrebbe creare un nuovo fronte di tensione all’interno della maggioranza di governo. Forza Italia, attraverso il suo portavoce Raffaele Nevi, ha fatto sapere che sarebbe disposta a sostenere la proposta dello ius scholae anche insieme al Partito Democratico, qualora i dem ne chiedessero ufficialmente la calendarizzazione in Parlamento.

Un’apertura non da poco, soprattutto considerando la posizione storicamente contraria della Lega, che anche in questa occasione non ha nascosto il suo dissenso. Tuttavia, Nevi sottolinea che la proposta azzurra, depositata da tempo alla Camera, è già frutto di un’elaborazione interna al partito, promossa dallo stesso Antonio Tajani, che un anno fa ne aveva fatto un punto programmatico. E ricorda come proprio nel programma elettorale del centrodestra del 2022 fosse presente un impegno sulla materia.

La proposta prevede che i minori stranieri, nati in Italia o arrivati entro i cinque anni di età, possano ottenere la cittadinanza italiana al termine del ciclo dell’obbligo scolastico – ossia dopo almeno dieci anni di residenza regolare e frequenza continuativa. Un meccanismo che introduce maggiore flessibilità temporale rispetto all’attuale normativa, che invece concede la possibilità di presentare domanda solo al compimento del diciottesimo anno. Il testo in discussione propone inoltre un’accelerazione delle pratiche: diciotto mesi come limite massimo per la conclusione dell’iter.

Sul fronte politico, però, restano le incognite. Al momento, l’unica forza che si è detta apertamente favorevole, oltre ai promotori, è Azione. Dal Pd emergono segnali di apertura, seppur con riserve: una parte dei democratici valuta la possibilità di convergere su questo testo, pur giudicandolo parziale, in un’ottica di sfida interna alla coalizione di governo.

Il vero punto critico resta il rapporto con la Lega. Il timore di una frattura netta tra gli alleati si fa sempre più concreto. Nevi tende la mano, parlando di una proposta che “non regala nulla”, ma che anzi impone il completamento del percorso scolastico come condizione vincolante. Ma al contempo, non nasconde che “al momento siamo gli unici nella maggioranza a sostenere il provvedimento”.

In questo scenario, lo ius scholae rischia di trasformarsi in un cavallo di battaglia identitario, capace di rimescolare le carte nel centrodestra e, forse, di aprire inedite alleanze trasversali in Parlamento. Se il Pd deciderà davvero di fare il primo passo e portare il testo in aula, sarà inevitabile un test politico per la tenuta della coalizione. Le prossime settimane si annunciano incandescenti.

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