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Flop dei referendum sull’immigrazione. I Radicali: “Affossati dai partiti”

I quesiti per cancellare il reato di clandestinità e il legame tra lavoro e permesso di soggiorno non raccolgono abbastanza firme. Staderini e De Lucia: “La partitocrazia non li voleva, quella progressista in maniera più scandalosa di quella destra”

Roma  -1 ottobre 2013 – Niente da fare. Non saranno gli elettori, con un semplice “sì”, a cancellare il reato di clandestinità o a rompere il legame tra contratto di lavoro e permesso di soggiorno.

I due referendum proposti dai Radicali italiani per scardinare l’attuale legge sull’immigrazione non hanno raggiunto le cinquecentomila firme necessarie per arrivare nelle urne che entro il 30 settembre andavano presentate in Cassazione. L’impegno dei volontari nei banchetti per le strade e la mobilitazione di questi mesi è riuscito a racimolarne circa duecentomila.

É il destino toccato anche ad altri quesiti referendari presenti nel pacchetto promosso dal partito guidato da Mario Staderini dedicati al finanziamento pubblico ai partiti, all’otto per mille, al divorzio breve e alla depenalizzazione delle droghe leggere. Ce l’hanno invece fatta i quesiti su responsabilità civile e separazione delle carriere dei magistrati, abolizione dell’ergastolo e abuso della custodia cautelare.

Duro il commento di Mario Staderini e Michele De Lucia, segretario e tesoriere di Radicali italiani, sui referendum falliti. “Siamo stati battuti – scrivono – da uno Stato che ha impedito a milioni di italiani di firmare, fuorilegge anche rispetto a una disciplina referendaria fatta apposta per sabotare le iniziative dei cittadini a meno di non esser disposti a violarla. Ostacoli che conoscevamo già in partenza ma che non siamo riusciti a superare”.

Ci sono però anche le colpe della politica, con i Radicali che denunciano in particolare il mancato appoggio del Partito Democratico.  “Questi referendum non si terranno anche perché non sono stati voluti da nessuna componente della partitocrazia, quella progressista in maniera più scandalosa di quella destra. Evidentemente sarebbe stato troppo scomodo far giudicare dai cittadini politiche criminali fallimentari e leggi che limitano libertà e diritti civili".

I promotori hanno presentato in Cassazione una memoria su quelle che ritengono “violazioni ai diritti civili e politici dei cittadini” verificatesi durante la campagna referendaria e si dicono pronti a denunciare l’Italia al Comitato diritti umani dell’ONU. Intanto, chiedono ai parlamentari di realizzare le riforme alle quali miravano i loro quesiti.

“Vedremo chi – concludono Staderini e De Lucia – dopo aver detto a parole di voler modificare le leggi su immigrazione, droghe e finanziamento pubblico, vorrà impegnarsi per metterle all’ordine del giorno del Parlamento”.

Elvio Pasca

 

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