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Flussi. Cna: “Un decreto per chi è qui in nero”

Corradini: "La crisi si sente. Più che ad altri lavoratori dall’estero, pensiamo a quelli che sono già in Italia" Roma  – 19 gennaio 2010 – Una programmazione degli ingressi più contenuta rispetto al passato, che serva soprattutto a dare un permesso a chi è già qui irregolarmente.  Fosco Corradini, responsabile immigrazione della Confederazione Nazionale dell’Artigianato e della piccola  e media impresa, immagina così il decreto flussi per il 2010.

“Non è uno dei momenti migliori per programmare l’ingresso di altri lavoratori. La situazione occupazionale è quella che è, la crisi colpisce tutti i lavoratori, italiani e stranieri, e se c’è una ripresa dal punto di vista finanziario non si può dire lo stesso sul fronte dell’occupazione” dice Corradini. Una spia importante è che  “tra le imprese assistite dal Cna registriamo un calo significativo dei cedolini paga [e quindi degli occupati n.d.r.]”.

Ma la crisi rende l’Italia meno attraente per l’immigrazione? “No, il nostro mercato continua comunque ad attrarre  lavoratori stranieri, soprattutto in settori ad alto contenuto manuale, poco appetibili per i nostri connazionali. È il caso dell’agricoltura o dei lavori di cura nelle famiglie”.

“I flussi 2010  – aggiunge – potrebbero servire a chi lavora in nero, e in particolare a colf e badanti, dal momento che la regolarizzazione di settembre è andata molto al di sotto delle aspettative. Penso quindi a un decreto con quote ridotte rispetto a quelle del passato, ma che serva sostanzialmente per regolarizzare chi è già qui”.

E quando andrebbero riaperti davvero gli ingressi dall’estero? "Ci sono aziende che hanno resistito finora, ma entrano adesso in cassa integrazione.  Credo che si dovrà aspettare l’autunno per una lenta risalita sul piano dell’occupazione. Quando si riprenderà l’edilizia,  – prevede Corradini – ripartirà anche la domanda di lavoratori”.

Elvio Pasca

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