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Sciopero della fame contro i ritardi dei permessi

di Piero Soldini (Cgil) Roma  – 19 gennaio 2010 – Da oggi per tre giorni sono in sciopero della fame: aderisco all’iniziativa di Quattara  Gadussoo del Partito Radicale, che insieme ad altre 300 persone (immigrati ed italiani), ha lanciato questo sciopero della fame a staffetta per protestare contro i tempi lunghi, insopportabili, che gli immigrati sono costretti a subire per il rinnovo del permesso di soggiorno.

La Pubblica Amministrazione per rinnovare il permesso di Soggiorno impiega mediamente 291 giorni a fronte dei 20 giorni previsti dalla legge.

Il Governo vorrebbe far credere che, per queste lungaggini burocratiche, gli immigrati non subiscono disagi, perché nell’attesa hanno la ricevuta rilasciata dalle Poste che sostituirebbe il permesso di soggiorno a tutti gli effetti: è falso,  perché l’equipollenza della ricevuta è prevista da una circolare del 5 agosto 2006 dell’allora Ministro Amato (il precedente governo di centro-destra se ne era letteralmente fregato) la direttiva non ha forza di legge e quindi si produce un contenzioso che impedisce a tanti immigrati di esercitare diritti essenziali e comunque sottoporsi ad altre vessazioni e lungaggini burocratiche con altri soggetti, nel segnare i figli a scuola, rinnovare la tessera sanitaria, la patente, rogiti notarili e soprattutto non possono lasciare il nostro Paese, non possono andare in vacanza dove e quando vogliono, ma possono andare soltanto nel loro Paese d’origine in un periodo prestabilito per le ferie estive e per le vacanze natalizie e fra l’altro lo possono fare solo con voli diretti che non transitino in altri Paesi (compresi Schenghen) i quali non riconoscono la validità di questa ricevuta.

Aggiungo che in questi anni come sindacato abbiamo seguito centinaia di vertenze con datori di lavoro e associazioni datoriali che hanno licenziato o sospeso dal lavoro e dalla retribuzione gli immigrati che erano in attesa di rinnovo non riconoscendo valore alla ricevuta.

È una situazione intollerabile sulla quale abbiamo fatto molte iniziative e proposte: passaggio di competenze ai comuni, raddoppio della durata di validità del permesso di soggiorno, differenziazione e semplificazione delle procedure per chi rinnova il permesso, quindi è già abbondantemente conosciuto e controllato rispetto al primo ingrasso.

Il Ministro Brunetta parla con la sua impareggiabile demagogia di una pubblica amministrazione che esercita sui cittadini-utenti delle “molestie burocratiche” quando richiede con modi “spicci” il codice fiscale od altri inutili documenti. Nei confronti degli immigrati, altro che “molestie” siamo alle “torture burocratiche” e nessuno muove un dito.

Anche questa iniziativa dello sciopero della fame insieme ai Radicali è utile per far conoscere questa realtà, denunciare le responsabilità ed avanzare proposte di soluzione.

Io intendo dare il mio contributo e spero di lasciare il testimone a tanti altri.

Piero Soldini
Responsabile Immigrazione Cgil Nazionale

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