Lo sostengono i vertici della Funzione pubblica Cgil ROMA, 1 agosto 2009 – "La politica governativa in materia di immigrazione, determinata dal cosiddetto decreto sicurezza, produce tra l’altro delle norme aberranti riguardanti i bambini che nasceranno da genitori migranti privi di permesso di soggiorno. In particolare, si consegnano alla ‘invisibilita” i figli degli immigrati clandestini nati in Italia. Si nega loro il diritto di nascita e si peggiorano le condizioni complessive di sicurezza dell’intera collettivita’".
Lo sostengono Antonio Crispi, segretario nazionale Fp Cgil, e Gennaro Martinelli, coordinatore nazionale della polizia locale, che aggiungono: "Difatti, per la loro iscrizione all’anagrafe occorre il possesso del permesso di soggiorno (la norma si dice essere necessario per qualsiasi atto) e inoltre essendo la clandestinita’ un reato potrebbe scattare la denuncia da parte delle stesse strutture comunali trasformando tra l’altro degli impiegati civili in agenti di pubblica sicurezza, una condanna all’inesistenza a bambini che non hanno colpa alcuna.
Contro questa aberrazione rivolgiamo un pressante appello ai sindaci e a tutte le istituzioni democratiche affinche’ garantiscano non applicando la norma, un diritto che ha i crismi dell’universalita’, evitando, cosi’, di divenire la parte terminale di una catena disumana che nega persino il diritto alla nascita".