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Frasi choc sui rom. Si dimette Maiolo

"E’ più facile educare un cane di un rom" aveva detto la portavoce di Fli Tiziana Maiolo. Carfagna (Pdl):"Frasi inaccettabili".  Roma – 10 febbraio 2011 – Si è dimessa ieri Tiziana Maiolo, portavoce a Milano del partito Fli, dopo le sue dichiarazioni choc sui rom, rilasciate in un’intervista a Radio24.

La Maiolo, intervenuta sul caso rom di questi giorni, aveva detto: “E’ più facile educare un cane di un rom. I cagnolini e i bambini si possono educare – ha detto – ma nel caso dei rom è più facile educare il mio cagnolino. I bambini sono come i cani: li puoi educare. Quelli fanno la pipì sui muri: il mio cagnolino non fa la pipì sui muri.”

Inoltre l’ex portavoce di Futuro e Libertà aveva contestato la scelta del presidente della repubblica, Giorgio Napolitano, dicendo che:” Ha sbagliato perché ha parlato senza cognizione di causa: ha detto che devono avere una casa. E perché gli italiani no? Quelli ci odiano e ci vedono solo come possibilità per sfruttarci o rubarci qualcosa e noi gli diamo la casa. Ma l’italiano che non ha una casa cosa dovrebbe dire?”.

Sull’accaduto è intervenuto il Ministro per le Pari Opportunità, Mara Carfagna, definendo le parole della Maiolo “inaccettabili, impregnate di razzismo e in aperto contrasto con i principi sanciti dalla nostra Costituzione”.

"Il nostro quadro normativo – ha proseguito il ministro Carfagna – riconosce pari dignità e possibilità a coloro che decidono di vivere nel nostro Paese nel pieno rispetto delle regole. Le istituzioni lavorano unite per l’integrazione e la convivenza pacifica di tutti, nessuno escluso.”

Intanto a Roma incalza la polemica sulla mancata adesione al lutto cittadino, disposto dal sindaco Gianni Alemanno, da parte di molti esercizi commerciale nel centro città.

Se da un lato il lutto è stato rispettato nelle scuole e negli uffici pubblici, oltre alla Messa celebrata nella basilica di Santa Maria in Trastevere dal cardinale Agostino Vallini, molti negozianti invece non lo hanno seguito.

La motivazione prevalente tra i negozianti è stata la volontà di “non dare solidarietà alla madre” con il riferimento al fatto che la donna ha lasciato soli i quattro bambini nella sera del tragico incidente.

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