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Roma, 24 gen. (Adnkronos) – Centottanta cittadini filippini e
170 indonesiani, rimasti senza nulla, lontani dal loro Paese e dalle
loro famiglie. Sono i 350 lavoratori stranieri che il 13 gennaio
scorso si trovavano a bordo della nave Costa Concordia, naufragata al
largo dell’Isola del Giglio. “Si e’ parlato di loro – spiega la
Comunita’ di Sant’Egidio – come degli ‘angeli’ che hanno aiutato e
portato in salvo centinaia di persone”.
“Lavoratori provenienti da paesi lontani, erano sbarcati
completamente bagnati, infreddoliti e quasi tutti a piedi nudi –
riferisce – Nessuno di loro aveva abiti di ricambio, ne’ una famiglia
o una casa a cui chiederli”. Si sono rivolti alla Comunita’ di
Sant’Egidio che, dal Centro di raccolta e smistamento di Roma, la
”Citta’ eco solidale”, ha inviato in poche ore ai naufraghi
giacconi, scarpe, generi di prima necessita’ e indumenti pesanti con
cui potersi coprire.
“L’ambasciata filippina presso la Santa Sede ha voluto
ringraziare particolarmente la Comunita’ di Sant’Egidio – sottolinea
la stessa Comunita’ – per il sostegno, facendo sapere che tutti i
cittadini filippini, dopo una messa di ringraziamento, sono ora in
viaggio per Manila, mentre un solo connazionale e’ ancora nel nostro
Paese perche’ ricoverato in ospedale”.
(Rre/Col/Adnkronos)
24-GEN-12 13:10