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Gli aiuti dell’UE per l’integrazione dei migranti: risorse crescenti ma risultati incerti

Roma, 4 dicembre 2024 – La Corte dei Conti europea ha pubblicato una nuova relazione che solleva dubbi sull’effettivo impatto degli aiuti dell’Unione Europea per l’integrazione dei migranti. Nonostante il riconoscimento del ruolo positivo delle misure finanziate tramite il Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione (FAMI), emergono diverse criticità legate alla gestione e al monitoraggio dei programmi.

Risorse crescenti ma complessità amministrativa

Per il periodo di bilancio 2014-2020, il FAMI ha stanziato circa un miliardo di euro, cifra quasi raddoppiata a 1,9 miliardi per il ciclo 2021-2027. Oltre alle risorse del FAMI, altri strumenti come il Fondo Sociale Europeo (FSE), il FSE+, il Fondo Europeo di Sviluppo Regionale e programmi come Erasmus+ contribuiscono all’integrazione. Tuttavia, la Corte sottolinea come la complessità amministrativa e la mancata personalizzazione delle misure rispetto ai bisogni specifici ne riducano l’efficacia.

Dati non affidabili dagli Stati Membri

La relazione evidenzia una significativa mancanza di affidabilità nelle informazioni fornite dagli Stati membri sui risultati ottenuti. Questo rende difficile misurare il contributo reale del FAMI. Viorel Ștefan, membro della Corte responsabile dell’audit, ha sottolineato l’assenza di obblighi legali uniformi per il monitoraggio delle azioni di integrazione: “Gli Stati membri non monitorano in modo uniforme le azioni intraprese per aiutare i migranti a superare gli ostacoli sul cammino verso l’integrazione”.

Distribuzione geografica e pressione su quattro Paesi

Tre quarti dei migranti regolarmente soggiornanti nell’UE si concentrano in soli quattro Paesi: Germania (28%), Spagna (16%), Francia (15%) e Italia (14%). Questo crea una pressione disomogenea sulle risorse disponibili e mette in luce la necessità di un coordinamento più efficace a livello europeo.

Il Contesto migratorio attuale

Dal 2022, con l’invasione russa dell’Ucraina, il numero di cittadini non-UE regolarmente presenti nell’Unione è salito a 27,3 milioni, pari al 6,1% della popolazione totale al 2023. Un dato che evidenzia l’urgenza di politiche di integrazione più efficaci e mirate.

Conclusioni e raccomandazioni

La Corte invita a un miglioramento nel monitoraggio e nell’adattamento delle misure di integrazione per garantire che il FAMI e gli altri fondi europei possano realmente supportare i migranti. Con risorse crescenti e sfide sempre più complesse, è fondamentale che l’UE e gli Stati membri lavorino insieme per rendere i programmi di integrazione più trasparenti e funzionali.

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