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Gli Usa: “Con gli immigrati, l’Italia faccia come noi”

L’ambasciatore Thorne: "Non sono un problema. Se accolti, contribuiscono allo sviluppo"

Roma – 12 marzo 2010 – L’esperienza americana in materia di immigrazione, che vanta più di 200 anni di storia, può essere di "utile esempio" all’Italia. Perché "ci ha insegnato che solo quando gli stranieri sono accolti dalla società, allora essi contribuiscono pienamente al suo sviluppo. Invece di essere considerati come un problema, gli immigrati iniziano a partecipare e contribuire alla crescita del Paese".

David Thorne, ambasciatore degli Stati Uniti, ha fornito così il suo contributo al dibattito in Italia sugli immigrati che, a suo parere, dovrebbe spostarsi dalla discussione "se consentire o no l’immigrazione, a quale sia il modo migliore per integrare gli immigrati". Le osservazioni dell’ambasciatore mandato a Via Veneto da Barack Obama arrivano in un discorso che ha pronunciato ieri al Senato, ospite della commissione straordinaria per i diritti umani, proprio nel giorno in cui da Washington il dipartimento di Stato pubblica l’annuale rapporto sulla situazione dei diritti umani nel mondo.

 "L’immigrazione – ha sottolineato Thorne – e’ ormai una realtà oggettiva di questo mondo sempre più interconnesso" e in futuro il punto centrale del dibattito sarà la sua gestione sulla base del "rispetto dei diritti umani, le fondamenta delle nostre società". L’ambasciatore, che ci tiene a ricordare "la venerazione nei confronti di una cultura millenaria come quella italiana" nutrita da un "paese giovane" come gli Stati Uniti, indica come "alcuni dei nostri crescenti sforzi per lo sviluppo di una società multiculturale possano essere esempi utili per paesi come l’Italia, che si trovano oggi ad affrontare lo stesso fenomeno".

Le sue, ha spiegato Thorne, sono "riflessioni su un tema con cui l’Italia sta iniziando a confrontarsi". Negli Stati Uniti l’immigrazione "è di fatto un elemento essenziale dell’identità nazionale", ma, ha detto l’ambasciatore,  "ovviamente non abbiamo tutte le risposte, anzi siamo convinti che la migliore soluzione debba venire dall’Italia stessa".

Anche se il tema dell’immigrazione "esula un poco dal tradizionale dominio dei diritti umani", Thorne ha sottolineato che  in futuro "le persone si sposteranno per cercare un lavoro e una vita migliore per i loro figli, per sfuggire alle persecuzioni e conflitti". Ci si deve quindi concentrare su "una corretta gestione di tale flusso di differenti popoli e culture, gestione che dovrebbe basarsi sul rispetto dei diritti umani, le fondamenta delle nostre società".

Stati Uniti ed Italia infatti – ha concluso l’ambasciatore americano- "condividono una comune visione di un mondo in cui l’umanità possiede un enorme potenziale, un mondo in cui tutti i cittadini solo liberi di perseguire le loro speranze e sogni".

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