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I prefetti si ribellano: “Siamo capri espiatori dell’emergenza immigrazione”

"Basta insulti e accuse, assicuriamo la tenuta dell'accoglienza. Il governo ci difenda, beghe politiche diventano problema di ordine pubblico"

 
Roma- 22 luglio 2015-  I prefetti non ci stanno più  dicono "basta a insulti e accuse".
 
 Claudio Palomba, presidente del sindacato di categoria Sinpref, ha chiesto un incontro urgente al ministro dell'interno Angelino Alfano. Dopo l'annuncio della rimozione del prefetto di Treviso e le "parole indegne" del vicepresidente del consiglio delle Marche contro il prefetto di Roma Franco Gabrielli, reo di aver organizzato e difeso l'accoglienza di profughi a Casale di San Nicola, la misura pare colma.
 
"Adesso basta" h spiegato Palomba ad Askanews. "La rete delle prefetture, senza strumenti straordinari, sta fronteggiando l'emergenza immigrati e assicurando la tenuta del sistema di accoglienza, e noi non vogliamo essere i capri espiatori di una lotta politica, non ci interessa. Noi siamo i rappresentanti del governo sul territorio, i problemi politici non ci riguardano ma non li possiamo subire"
 
"Noi – ha spiegato il presidente dell'Associazione sindacale dei funzionari prefettizi, Sinpref – stiamo assicurando, con soluzioni anche estemporanee, la tenuta in una situazione di straordinarietà. Nessuno sembra sapere cosa significa organizzare la macchina quando dodici ore prima ti avvertono che arrivano 100 immigrati, con i controlli sanitari, l'individuazione dei posti la logistica, c'e' tutta una macchina che funziona e che ha retto grazie alla rete delle prefetture".
 
"Noi stiamo assicurando le direttive del governo sulla gestione degli immigrati. Punto e basta. Se le direttive devono cambiare lo si decidera' a livello politico, non si puo' mettere in discussione una categoria strumentalmente per una logica politica". E in questa situazione "non abbiamo sentito alcun sostegno dal governo", anzi, "si parla di riduzione delle prefetture".
 
In ogni caso – assicura il presidente Sinpref – "sta di fatto che certe espressioni offensive non le accetteremo piu', agiremo in ogni sede, in primis presso l'autorita' giudiziaria per tutelare la categoria, poi daremo tutto in beneficenza, ma certe parole sono inaccettabili da chi ricopre cariche politiche, anche se a livello regionale".
 
"In certi territori – ha ricordato Palomba – sta diventando difficile da parte dei prefetti lavorare, specie senza il supporto del governo, alcune prefetture sono completamente al collasso, gli sbarchi sono continui ma la rete ha retto, ora pero' siamo stanchi e ci aspettiamo una presa di posizione da parte del governo verso chi sta assicurando la tenuta del sistema".
 
Il presidente dell'associazione dei prefetti avverte anche contro un altro rischio, come hanno dimostrato i casi nel trevigiano e a Roma: "Che le beghe politiche non trasformino l'accoglienza in un problema di ordine pubblico che si riversa, non solo, e di nuovo, sulle prefetture, ma anche sulla sicurezza dei cittadini. Quando si esasperano gli animi ovviamente si crea anche un problema di sicurezza".
 
"I prefetti – aggiunge Palomba – stanno sul territorio e non è che non si rendono conto che spesso il disagio verso i migranti nasce da fragilita' del territorio e dalla crisi economica, e ne teniamo conto abbiamo anche fatto proposte al riguardo". Una proposta ad esempio riguarda anche commissioni territoriali per esaminare la posizione di migranti, in ogni provincia, perché "questa e' un'emergenza, quanto prima esaminiamo queste pratiche, quanto prima risolviamo i problemi e la permanenza puo' essere ridotta".
 
 
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