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Identificazione profughi. Bruxelles apre la procedura d’infrazione contro l’Italia

Siamo accusati di non aver rilevato e inviato a Eurodac le impronte digitali di chi sbarcava sulle nostre coste. Un passaggio essenziale per il Sistema comune d’asilo Ue

 

 

Bruxelles – 10 dicembre 2015 – “L’Ue dovrebbe dirci solo grazie per il nostro impegno sull’immigrazione” tuonava ieri il ministro dell’Interno Angelino Alfano,  di fronte alla possibilità che da Bruxelles aprissero una procedura d’infrazione contro l’Italia per le mancate identificazioni dei profughi

“Sarebbe irragionevole e fuori dal tempo e dalla storia”, vorrebbe dire “far prevalere l’Europa della burocrazia, che favorisce i populisti” aggiungeva il Ministro dell’Interno. Assicurava inoltre che quest’anno “ci avviamo al 100%” di identificazioni. 

Obiezioni e promesse delle quali però oggi la Commissione Europea non ha tenuto conto, aprendo formalmente una procedura di infrazione contro l’Italia, per non aver “attuato correttamente il regolamento Eurodac (regolamento (UE) n. 603/2013)“. Questo dispone che ai richiedenti asilo e a chi viene fermato per aver attraversato irregolarmente vengano rilevate le impronte digitali e trasmesse entro 72 ore al database centrale europeo Eurodac.

“L’efficace attuazione del regolamento Eurodac – sottolinea un comunicato di Bruxelles – è essenziale per il funzionamento del sistema Dublino e dei meccanismi di ricollocazione dell’UE. Ad ottobre la Commissione europea ha inviato lettere amministrative a Grecia, Croazia e Italia, che a distanza di due mesi non hanno reagito in modo efficace. La Commissione europea ha pertanto deciso oggi di inviare a tali paesi lettere di costituzione in mora, il primo passo di una procedura di infrazione”.

Ora l’Italia ha due mesi per rispondere. Se non convincerà la Commissione, il procedimento andrà avanti e potrà arrivare fino alla Corte di Giustizia Europea. In caso di condanna, l’Italia sarà costretta a pagare una multa

EP

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