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Il caso. I sindacati a Mantova: “Meno ingressi stagionali, prima i disoccupati”

Cgil e Cisl chiedono un ridimensionamento delle quote: “Così lavoro sottopagato e truffe ”. Chaouki (Pd): “Il vero problema è lo sfruttamento”

Roma – 8 aprile 2013 – Limitare i nuovi ingressi di lavoratori stagionali per l’agricoltura. Per tutelare i disoccupati, italiani e stranieri, che sono già presenti sul territorio, e per evitare altre truffe ai danni degli immigrati.

Lo chiedono a Mantova i sindacati Cgil e Cisl, pochi giorni dopo l’assegnazione delle quote decisa dal ministero del Lavoro. “Ormai è accertato che sono una truffa. Servono soltanto a scatenare una guerra fra disperati arrivati da lontano. Si chiamano in Italia molte persone e poi si fanno lavorare solo quelle che costano meno” denunciano su Repubblica Claudia Miloni e Lorella Madaschi della Cgil e Vittorino Marinoni dell’Anolf Cisl.

“Di braccia a disposizione – continuano i sindacalisti – l’agricoltura ne ha più del necessario. Ci sono i braccianti stranieri stabilizzati, quelli che dopo avere lavorato per tre anni nelle quote hanno un permesso permanente. Ci sono soprattutto gli iscritti alle liste di collocamento, italiani che cercano un posto dopo essere stati cacciati dalle fabbriche”.

Cgil e Cisl ragionano sui numeri dello scorso anno, quando su 815 quote disponibili i nulla osta sono stati 236 e solo 82 i contratti effettivamente firmati. Puntano il dito contro una “normativa molto farraginosa che fa passare sei sette mesi fra la domanda e il nulla osta, e le speculazioni. Ci sono aziende oneste, che assicurano lavoro e alloggio decente, e ci sono i delinquenti”.

Deklinquenti come gli agricoltori che si facevano pagare fino a settemial euro per una finta assunzione e smascherati da una recente indagine. Ventuno persone sono state condannate per associazione a delinquere finalizzata all’immigrazione clandestina, con pene fino a quattro anni e mezzo e multe per sette milioni di euro complessivi.

Per Daniele Sfulcini, direttore di Confagricoltura, non si può però fare di tutta l’erba un fascio: “Se qualcuno in passato ha speculato sul fenomeno dei flussi di lavoratori stagionali ci spiace, ma l'atteggiamento scorretto di una ristretta minoranza non deve e non può penalizzare chi lavora onestamente e nel pieno rispetto delle norme vigenti”.  E dal ministero del Lavoro hanno risposto ai sindacati che le quote quest’anno sono state già drasticamente ridotte (da 815 a 240) alla luce dei pochi contratti effettivamente firmati nel 2012, criterio utilizzato anche nel resto d’Italia.

Khalid Chaouki, deputato e responsabile Nuovi Italiani del PD, non condivide la richiesta dei sindacati. : “È un modo sbagliato di affrontare il problema della crisi nel mondo del lavoro. In questo momento serve uno sforzo comune per incentivare il lavoro e promuovere lo sviluppo. Bisogna prestare attenzione a non alimentare, in questo periodo di difficoltà per tutti, una triste lotta tra  lavoratori'.

Secondo Chaouki “il problema serio su cui insistere è quello dello sfruttamento dei lavoratori applicando e rafforzando le misure contro i datori di lavoro che abusano delle condizioni disperate delle persone”.

EP

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