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Il dossier. Nessuna invasione di immigrati in Italia, ma servono le politiche di integrazione

Roma, 26 ottobre 2018 – Le ultime statistiche mostrano chiaramente che in Italia non c’è nessuna invasione degli immigrati. Il Dossier Statistico Immigrazione 2018 conferma che ci sono 5.333.000 cittadini stranieri regolarmente presenti in Italia, 26mila in meno rispetto alla stima del 2016. Infatti, molti si stanno trasferendo all’estero. Gli immigrati residenti in Italia provengono da quasi 200 diversi Paesi. La comunità più numerosa è quella romena (1.190.000 persone, pari al 23,1% di tutti i residenti stranieri), seguita dalla comunità albanese (440mila), marocchina (417mila), cinese (291mila) e ucraina (237mila). Queste prime 5 collettività coprono la metà dell’intera presenza straniera in Italia, mentre le prime 10 (per arrivare alle quali occorre aggiungere, nell’ordine, Filippine, India, Bangladesh, Moldavia ed Egitto) arrivano a poco meno dei due terzi.
La regione italiana che conta la presenza più numerosa è la Lombardia (1.154.000 residenti stranieri. Il 22% del totale nazionale), seguita da Lazio (oltre 679.000 e 13%) e Emilia-Romagna (536.000 e 10,6%). Nella sola Città Metropolitana di Roma si concentra il 10,8% di tutti gli stranieri residenti in Italia (557.000 individui) in quella di Milano un ulteriore 8,9% (459.000) e in quella di Torino un altro 4,4% (220.000).
Diminuiscono costantemente il numero dei nati da genitori entrambi stranieri di anno in anno dal 2013: si è in fatti passati da poco meno di 82.000 nel 2012 a quasi 68.000 nel 2017. Il Dossier Statistico Immigrazione 2018 rivela che negli ultimi anni, è in crescita il numero di persone che lasciano l’Italia per trasferirsi all’estero, non solo Italiane and anche straniere.
Nel corso dell’anno 2017, sono diventati cittadini Italiani un milione e mezzo di stranieri. IDOS stima in circa 1 milione e 300 mila gli stranieri nati in Italia (seconde generazioni), oltre un quarto di tutti i residenti. Di questi, più di mezzo milione è seduto tra i banchi di scuola e costituisce ormai i due terzi degli 826.000 alunni stranieri del paese, quasi un decimo di tutti gli scolari.
Molti di questi giovani di “seconda generazione” sarebbero potuti diventare Italiani se nel settembre 2017 il Parlamento avesse finalmente approvato la riforma della legge sulla cittadinanza. Tra tutti i non comunitari regolarmente residenti in Italia, ben 2 su 3 (2.390.000) sono titolari di un permesso permanentemente valido. La realtà smentisce la credenza che gli immigrati rubino il lavoro agli Italiani. Dei 2.423.000 occupati stranieri nel 2017, che sono 10,5% di tutti gli occupati in Italia, i due terzi svolgono professioni poco qualificate o operaie. È straniero il 71% dei collaboratori domestici e familiari, quasi la metà dei venditori ambulanti, più di un terzo dei facchini, il 18,5% dei lavoratori negli alberghi e ristoranti.
Parlando alla presentazione del Dossier Statistico Immigrazione 2018 a Roma, Luigi Manconi, Direttore dell’UNAR ha detto che è auspicabile e realizzabile una società della convivenza dove gli autori di un crimine tanto crudele non siano immediatamente definiti come assassini Africani, Senegalesi, ecc., ma come assassini e basta. “Crediamo realizzabile una società nella quale siano presenti criminali e persone per bene non immediatamente qualificabili in base alla loro nazionalità.” Ha criticato il precedente governo di centro-sinistra per aver perso l’occasione di approvare la riforma della legge sulla cittadinanza. Sottolineando l’importanza di avere i lavoratori regolari, Manconi ha chiesto al governo di adottare le misure che permettono la riduzione della quota di stranieri irregolari attraverso la Regolarizzazione.
Luca Di Sciullo, Presidente del Centro Studi e Ricerche IDOS, ha criticato la mancanza della volontà di integrare gli immigrati. È pericoloso, ha detto, non voler accettare che Italia è già da decenni un paese multiculturale e multi religiosa. I destini degli immigrati e gli Italiani sono incrociati, ha detto Di Sciullo, chiedendo alle autorità competenti di attuare le politiche di integrazione che fanno bene e portano il benessere diffuso agli Italiani e agli immigrati.

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