“Distinguere tra migranti e rifugiati. Se un Paese ha una capacità di venti, diciamo cosi, di integrazione, faccia fino a questo. Un altro di piu, faccia di più”
Roma – 2 novembre 2016 – “Si deve distinguere tra migrante e rifugiato. Il migrante deve essere trattato con certe regole, migrare è un diritto ma un diritto molto regolato. Invece un rifugiato viene da una situazione di guerra, fame, angoscia terribile”.
Lo ha detto papa Francesco ai giornalisti mentre rientrava a Roma dal suo viaggio in Svezia. Il rifugiato, ha spiegato, “ha bisogno di più cura, di più lavoro, e anche in questo la Svezia ha sempre dato un esempio. Fare imparare la lingua, integrare nella cultura”.
“Non dobbiamo spaventarci per l’integrazione delle culture – ha inoltre sottolineato il Pontefice – perché l’Europa è stata fatta con una integrazione continua di tante culture”. E chi chiude le frontiere? “Credo che in teoria non si possa chiudere il cuore a un rifugiato. Ma c’è anche la prudenza dei governanti che penso debbano essere molto aperti nel riceverli ma anche fare un calcolo di come poterli sistemare. Perché un rifugiato non lo si deve solo ricevere ma integrare”.
“Se un Paese ha una capacità di venti, diciamo cosi, di integrazione, faccia fino a questo. Un altro di piu, faccia di più. Ma sempre con il cuore aperto. Non è umano chiudere le porte e il cuore, e alla lunga questo si paga, si paga politicamente, come si paga anche una imprudenza nei calcoli, nel ricevere più di quelli che si possono integrare” ammonisce il papa.
Secondo Bergoglio, “quando un rifugiato o un migrante non è integrato si ghettizza, entra in un ghetto, e una cultura che non si sviluppa in rapporto con l’altra cultura, questo è pericoloso. Credo che il consigliere più cattivo dei Paesi che tendono a chiudere le frontiere sia la paura. E il consigliere più buono la prudenza”.