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Il Papa: “Valorizzare il fenomeno delle migrazioni”

"Occasione di incontro tra civiltà, pacifico e costruttivo nel rispetto e nel dialogo" "CITTA’ DEL VATICANO, 19 gennaio 2009 – "La realtà dei migranti è senz’altro variegata, in alcuni casi serena e ben integrata, altre volte purtroppo penosa, difficile e talore persino drammatica".

E’ quanto ha detto ieri il Papa durante la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato sottolineando che "la comunità cristiana guarda a ogni persona e a ogni famiglia con attenzione e chiede a San Paolo la forza di un rinnovato slancio per favorire, in ogni parte del mondo, la pacifica convivenza tra uomini, e donne di etnie, culture e religioni di diverse".

Secondo il Pontefice bisogna valorizzare il fenomeno delle migrazioni come "occasione di incontro tra civiltà, pacifico e costruttivo nel rispetto e nel dialogo" prevendendo "ogni tentazione di conflitto e sopraffazione".

Il Papa ha poi sottolineato che: "Ognuno di noi, secondo la propria vocazione e la’ dove vive e lavora, è chiamato a testimoniare il Vangelo, con una cura più grande per quei fratelli e sorelle che da altri Paesi, per diversi motivi, sono venuti a vivere in mezzo a noi, valorizzando così il fenomeno delle migrazioni come occasione di incontro tra civiltà". "Preghiamo ed agiamo perchè questo avvenga sempre in modo pacifico e costruttivo – ha sottolineato il Papa – nel rispetto e nel dialogo, prevenendo ogni tentazione di conflitto e di sopraffazione".

Sempre ieri, in tema di immigrazione è intervenuto l’arcivescovo Agostino Marchetto segretario del Pontificio Consiglio della Pastorale per i migranti e gli itineranti, in un’intervista a Radio Vaticana.

"C’è un abbassamento nell’accoglienza, nella legislazione europea in materia – ha spiegato Marchetto – rinasce una xenofobia che è il contrario del Vangelo, di quello che la Chiesa, specialmente cattolica, è: universale, sia pure anche particolare, locale".

In relazione alle politiche che governano i flussi di richiedenti asilo e rifugiati l’auspicio è "mantenere gli impegni internazionali assunti e onorarli senza abbassare i livelli di attuazione, riconoscendo cioè una legislazione internazionale rodata, già pluridecennale, che va rispettata anche dalla legislazione nazionale – ha sottolineato l’arciverscovo.

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