Roma, 21 marzo 2019 – Sono 237 i voti favorevoli alla relazione della Giunta delle immunità del Senato che nega l’autorizzazione a procedere nei confronti del ministro dell’Interno, Matteo Salvini, per il caso Diciotti. Contrari 61 senatori, nessun astenuto. Lo ha comunicato in Aula al Senato la presidente Elisabetta Casellati, a chiusura del lungo procedimento di voto, che ha visto aperta la votazione fino alle 19. Sono stati cinque i senatori (Fabio Di Micco, Alfonso Ciampolillo e Paola Taverna del M5s, Massimo Mallegni di Forza Italia e Achille Totaro di Fratelli d’Italia) che hanno utilizzato la possibilità di votare dopo le 13.
Il ministro dell’Interno ha rivendicato le sue scelte sul caso della nave Diciotti per la quale la procura di Catania ha chiesto l’autorizzazione a procedere nei suoi confronti ipotizzando il reato di sequestro di persona. Matteo Salvini ha preso la parola in aula al Senato per dare la sua versione dei fatti e per la prima volta, ammette, “ho un testo scritto” per riportare dettagliatamente tutti i passaggi formali che dimostrano come la sua decisione fosse “nell’interesse nazionale”.
Nella sua replica Salvini ha voluto anche pubblicamente ringraziare “il Movimento 5 stelle: Queste cose si fanno in due”, ha detto riconoscendo di aver condiviso con “unanime determinazione” la politica di sicurezza e di gestione dei migranti. “Per andare a processo dovrei mentire a questo Senato e agli italiani, dovrei dire che non ho fatto l’interesse pubblico e a me dire bugie viene poco e viene male… è un mio limite”, ha esordito il leader della Lega in Aula. Il leader leghista ha polemizzato anche con le opposizioni, la sinistra in particolare che lo accusa di non avere a cuore i diritti dei migranti: “Noi soccorriamo tutti, non sarò mai un ministro che lascia morire senza muovere un dito nel mar Mediterraneo”, ha assicurato ribadendo poi la linea dura sull’immigrazione. “Io sono per meno porti aperti, meno sbarchi, meno morti…. Più che porti aperti, qualcuno vuole più cimiteri aperti”.