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Il sindacalista Soumahoro ricevuto da Conte dopo lo sciopero della fame: “Cambiare regole sull’immigrazione”

Roma, 17 giugno 2020 – “Inizio lo sciopero della fame e mi incateno qui a Villa Pamphili, dove si stanno tenendo gli Stati Generali, finché il governo non ascolterà il grido di dolore di noi invisibili e di tutti gli esclusi”.

Così su Twitter Aboubakar Soumahoro, il sindacalista e attivista dei diritti dei braccianti. Dopo 8 ore è stato ricevuto da Conte. “Servono fatti, non più parole”, ha detto al premier. 

Soumahoro chiede risposte su tre punti: riforma della filiera agricola, varo di un piano nazionale Emergenza Lavoro e un cambio delle politiche migratorie.  A Villa Pamphili è arrivata anche una delegazione di braccianti “per far sentire – scrive Soumahoro – a una politica sorda il grido di dolore dei lavoratori della terra. Il governo ascolti le sofferenze, i sogni e le speranze di tante donne e uomini”.

Il sindacalista e attivista ivoriano, naturalizzato italiano, del coordinamento agricolo dell’Unione sindacale di Base, chiede risposte su tre punti. 

1. Riformare la filiera agricola con l’adozione di una patente del cibo per garantire ai consumatori un cibo eticamente sano e per liberare contadini/agricoltori e i braccianti dal giogo dello strapotere dei giganti del cibo che favoriscono il caporalato.

2. Varare un Piano Nazionale Emergenza Lavoro per assorbire tutte le persone che hanno perso e che rischiano di perdere il lavoro per questa emergenza sanitaria.

3. Cambiare le politiche migratorie con: regolarizzazione di tutti gli invisibili con un permesso di soggiorno per emergenza sanitaria convertibile per attività lavorativa; cancellazione degli accordi libici e dei decreti sicurezza con riforma dell’accoglienza; cittadinanza a chi è nato e cresciuto qui.

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