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IMMIGRAZIONE: GOMMONE SI RIBALTA, 3 MORTI E 20 DISPERSI

(ANSA) – LAMPEDUSA (AGRIGENTO), 14 LUG – Tre morti, 47 superstiti e numerosi dispersi (una ventina secondo il racconto dei naufraghi). E’ questo il bilancio dell’ennesima tragedia dell’immigrazione avvenuta nel Canale di Sicilia, a 75 miglia a Sud Est di Lampedusa, in una zona che ricade sotto la competenza maltese per quanto riguarda le operazioni di ricerca e soccorso. Ma ad intervenire, ancora una volta, è stata una nave della Marina Militare Italiana, la Fenice, che in questi ultimi mesi ha già salvato centinaia di vite umane. Sono stati gli stessi extracomunitari, la notte scorsa, a lanciare l’Sos con un telefono satellitare: "Siamo su un gommone che imbarca acqua. Ci sono onde altissime, venite a prenderci…". E’ bastato un controllo, attraverso le coordinate fornite dal Gps, per capire che quel "guscio" in difficoltà nel mare in tempesta era lontanissimo, più vicino a Malta che alle coste italiane. Nella centrale operativa de La Valletta è scattato subito l’"allarme rosso": prima è decollato un aereo Atlantic, che nonostante l’oscurità è riuscito ad avvistare il gommone; poi, nella zona, è stata dirottata la Corvetta Fenice, che partecipa al pattugliamento congiunto del Canale di Sicilia nell’ambito dell’operazione Frontex dell’Unione Europea. Quando all’alba la nave ha raggiunto l’imbarcazione, gli immigrati hanno cominciato subito ad agitarsi per attirare l’attenzione. Tutto è avvenuto in un attimo. Il gommone, già semi affondato, ha cominciato a oscillare pericolosamente, fino a ribaltarsi. Così decine di persone sono finite in acqua, annaspando tra le onde. L’equipaggio della Fenice, dopo avere lanciato alcuni salvagente, nonostante le proibitive condizioni del mare ha calato in mare una motobarca. I militari hano tratto in salvo 47 naufraghi, tra cui 16 donne, avvistando anche tre cadaveri che però non sono riusciti a recuperare. Incerto il numero dei dispersi: il racconto dei superstiti, che parlano di una settantina di persone a bordo, viene infatti valutato con prudenza dai soccorritori. La nave ha proseguito per tutta la giornata le ricerche, ma senza alcun esito. Le unità maltesi, inviate per collaborare alle operazioni, sono state invece costrette a rientrare a La Valletta a causa del mare Forza 4. Sempre nello stesso tratto di mare, veniva avvistato un altro barcone in difficoltà, con circa 350 clandestini, preso in consegna da un pattugliatore maltese che lo ha scortato fino al porto di Lampedusa, dove è arrivato in serata. Nessuna notizia invece di un altro gommone, con una cinquantina di clandestini, segnalato da un motopesca a oltre 50 miglia a Sud dell’isola. Nel Centro di prima accoglienza di Lampedusa, intanto, con l’ultimo maxi sbarco il numero delle presenze schizza nuovamente a oltre 1300, il doppio della capienza massima della struttura. Come sottolinea anche Laura Boldrini, portavoce in Italia dell’alto commissariato Onu per i rifugiati: "Gli sbarchi calano in tutte le regioni italiane ma aumentano a Lampedusa dove è finora giunto il 90% dei migranti approdati via mare in Italia, contro il 60% dello scorso anno. Questo denota che la direttrice libica è quella attualmente più utilizzata". Una tesi condivisa anche dal ministro degli Esteri, Franco Frattini:"Il governo dell’ immigrazione deve riguardare tutto il Mediterraneo. Non si può pensare che la Libia se ne disinteressi, è un problema anche per loro". Mentre il ministro dell’Interno Roberto Maroni ricorda che un accordo tra Italia e Libia per il pattugliamento delle coste esiste già: "Aspettiamo solo il via libera del governo di Tripoli".(ANSA).

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