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Immigrazione, il ministro Lamorgese con un decreto cancella il concetto di trasparenza

Roma, 22 luglio 2022 – Con una semplice firma, il ministro dell’Interno Luciana Lamorgese e più in generale il governo hanno cancellato il principio di trasparenza sul tema immigrazione. E’ questo, sostanzialmente, che il decreto del 16 marzo 2022, con il pretesto di voler aggiornare la “Disciplina delle categorie di documenti sottratti al diritto di accesso ai documenti amministrativi” farà. Al suo interno, infatti, sono state inserite diverse materie, e strumentalizzati il concetto di “sicurezza” e “difesa” nazionale, cancellando il diritto all’accesso civile.

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Immigrazione, l’ultima trovata del governo

I testi, inclusi quelli che riguardano le forniture alla Libia e la collaborazione tra l’Italia e l’Agenzia Frontex, sono stati perciò secretati. Tra i documenti ritenuti “inaccessibili per motivi attinenti alla sicurezza, alla difesa nazionale ed alle relazioni internazionali” sono stati inseriti anche quelli “relativi agli accordi intergovernativi di cooperazione e alle intese tecniche stipulati per la realizzazione di programmi militari di sviluppo, di approvvigionamento e/o supporto comune o di programmi per la collaborazione internazionale di polizia, nonché quelli relativi ad intese tecnico-operative per la cooperazione internazionale di polizia inclusa la gestione delle frontiere e dell’immigrazione“,

Inoltre, all’interno del decreto si trova anche una categoria “sensibile” che riguarda Frontex. Si tratta di quei “documenti relativi alla cooperazione con l’Agenzia Europea della guardia di frontiera e costiera (Frontex), per la sorveglianza delle frontiere esterne dell’Unione europea coincidenti con quelle italiane E che non siano già sottratti all’accesso dall’applicazione di classifiche di riservatezza Ue”. “Le categorie di documenti inaccessibili sono state così ampliate nel decreto da frustrare profondamente lo spirito del Freedom of information act. Un limite interpretato poi in maniera assoluta dalla Pubblica amministrazione. Che invece non dovrebbe applicarsi per l’accesso civico”, ha commentato a riguardo l’avvocata Giulia Crescini, socia dell’Associazione per gli studi giuridici sull’immigrazione.

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