(ANSA) – ROMA, 26 GIU – Le discriminazioni degli immigrati etniche e razziali subite nel mondo del lavoro si contano sulle dita di una mano. Il motivo? Esiste ancora una difficoltà a sporgere denuncia da parte delle vittime, per paura di perdere il lavoro e per sfiducia nella possibilità di vedere riparato il torto. A questa conclusione è giunto il progetto Leader (Lavoro e occupazione senza discriminazioni etniche e religiose) promosso nell’ambito dell’iniziativa comunitaria Equal, che ha coinvolto organizzazioni sindacali e associazioni e i cui risultati sono stati presentati oggi a Roma al Cnel. Il progetto è partito in sei regioni (Liguria, Veneto, Toscana, Lazio, Campania e Sicilia) dove sono state create delle reti di iniziativa territoriale antidiscriminazione (Rita) con il compito di sperimentare un sistema di osservazione, monitoraggio e tutela contro le discriminazioni a livello locale, ponendo le basi di un sistema integrato nazionale. "Sono state raccolte – afferma Luca Barilà, coordinatore Rita Campania – più frequentemente denunce di discriminazioni come il mancato accesso ai servizi o la negazione di esercitare un diritto". Nel campo del lavoro sono state invece rilevati casi di discriminazione nell’impiego nel trasporto pubblico, nell’assegnazione di un banco al mercato, nell’accesso all’impiego negli ospedali pubblici, nell’iscrizione alle agenzie interinali. (ANSA).
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IMMIGRAZIONE: PROGETTO,DISCRIMINAZIONI LAVORO? POCHE DENUNCE
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