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IMMIGRAZIONE: RADICALI,FRATTINI CHIARISCA SU CENTRI IN LIBIA

(ANSA) – ROMA, 2 OTT – "Ci aspettiamo che il ministro degli Esteri Franco Frattini, in occasione delle interrogazioni a risposta immediata sul trattato Italia-Libia che si terranno oggi pomeriggio al Senato, faccia chiarezza anche sulle condizioni degli immigrati nei centri di ‘accoglienza’ presenti in territorio libico finanziati dall’Italia". Lo chiede l’associazione radicale ‘Nessuno tocchi Caino’ che nel Rapporto ‘I diritti umani secondo Gheddafi – Con chi l’Italia ha stretto un Trattato di amicizia, partenariato e cooperazione" presentato l’11 settembre scorso, aveva denunciato "la situazione in almeno tre centri di detenzione per migranti in Libia realizzati con fondi italiani e dove le violazioni dei diritti umani sono sistematiche". "A confermare gli abusi – sostiene Nessuno tocchi Caino – non sono state solo le organizzazioni che difendono i diritti umani o i giornalisti che hanno potuto visitare la Libia, ma i vertici dei servizi segreti italiani, come l’ex direttore del Sisde Prefetto Mario Mori che nel 2005, durante una audizione del Comitato parlamentare di controllo sui servizi segreti, dichiarava come in Libia ‘i clandestini vengono accalappiati come cani, messi su furgoncini pick-up e liberati in centri di accoglienza dove i sorveglianti per entrare devono mettere i fazzoletti intorno alla bocca per gli odori nauseabondi’ ". Secondo Nessuno tocchi Caino, "la Libia ha già ottenuto negli anni scorsi, grazie alla legge n. 271 del 2004, aiuti per realizzare almeno tre centri di detenzione per migranti, tra cui quello di Kufra e quello di Seba, dove avvengono ripetute violazioni dei diritti dei migranti". "Ma il problema più grave – secondo Sergio D’Elia, segretario di Nessuno Tocchi Caino – è che l’Italia non ha condizionato questi aiuti al rispetto dei diritti umani fondamentali e delle regole minime internazionali per la detenzione nelle strutture di trattenimento". Sulla situazione nei "centri di detenzione" in Libia e su quella più generale del recente trattato Italia-Libia, i deputati e i senatori radicali hanno depositato nei giorni scorsi interrogazioni al presidente del Consiglio, al ministro degli Esteri e a quello degli Interni.(ANSA).

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