(ANSA) – ROMA, 1 AGO – Si riparla di impronte in uno dei tre decreti legislativi inviati oggi dal ministro dell’Interno, Roberto Maroni, al commissario Ue alla Giustizia, sicurezza e liberta’ civili, Jacques Barrot. E potrebbe essere uno dei motivi che hanno spinto il ministro a sottoporre i provvedimenti a Bruxelles prima di approvarli definitivamente; per evitare, cioe’, nuove censure e polemiche, dopo quelle causate dalle impronte ai nomadi. Nel decreto sul soggiorno e la libera circolazione in Italia dei cittadini comunitari, si prevede infatti che, se intendono soggiornare per oltre tre mesi sul territorio nazionale, i comunitari devono – tra gli altri obblighi – iscriversi all’anagrafe. Per l’iscrizione anagrafica ed il rilascio della ricevuta di iscrizione e del relativo documento di identita’ – indica il provvedimento – si applicano le medesime disposizioni previste per il cittadino italiano. ”Compresi – e’ l’aggiunta del nuovo testo rispetto a quello approvato il 6 febbraio 2007 dal Governo Prodi – i rilievi dattiloscopici nei casi previsti dalla legge”. Cioe’ le impronte digitali. Una formulazione, dunque, che – cosi’ come altre misure contenute nel decreto – il Governo ha deciso di far vagliare bene preventivamente a Bruxelles in modo da verificarne la compatibilita’ con le direttive europee per evitare censure dopo l’approvazione definitiva. (ANSA).
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IMMIGRAZIONE:DECRETI LEGISLATIVI A UE,SI RIPARLA DI IMPRONTE
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