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Integrazione. Ferrero: “Serve una legge sulla libertà religiosa”

"La Bossi-Fini non ha emarginato i fenomeni di criminalità ma ha prodotto una forma gigantesca di immigrazione clandestina"

"In Italia non serve soltanto una legge sull’immigrazione, ce ne vuole una sulla libertà religiosa e dobbiamo ricostruire il tessuto sociale. Niente ghetti, altrimenti tra vent’anni ci sarà la rivolta delle balieu".

E’ il concetto espresso nel fine settimana dal ministro della Solidarietà Sociale, Paolo Ferrero, a Carmagnola per la presentazione del libro "Viaggio nell’Italia dell’immigrazione".

Ferrero ha ribadito le sue critiche al pacchetto della sicurezza e alle richieste di superpoteri avanzate da qualche sindaco: "L’idea dei sindaci sceriffi è una follia, come è una strada sbagliata quella di punire i lavavetri: così si criminalizza una fascia sociale. Sarebbe giusto seguire l’esempio di Pisa dove grazie a un lavoro di integrazione quasi tutti i figli dei Rom vanno a scuola, e la maggioranza degli adulti ha un lavoro.

L’indomani il ministro ha criticato a Marghera l’impianto normativo della legge sull’immigrazione nota come Bossi-Fini."Penso sia stata realizzata volutamente – accusa – perché così si mettono gli immigrati in condizione di clandestinità e quindi si produce manodopera a basso costo, evasione fiscale e contributiva e permette alla destra di cavalcare il tema della sicurezza".

"Non ha emarginato i fenomeni di criminalità – ha spiegato nel corso di un incontro – ma ha prodotto una forma gigantesca di immigrazione clandestina. E’ una legge che produce illegalità". Per Ferrero "rendendo quasi impossibile l’immigrazione legale la Bossi-Fini ha consegnato nelle mani della malavita organizzata la gestione dell’immigrazione in Italia".

(10 settembre 2007)

s.c.

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