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ISLAM: RAMADAN; MILANO, SHAARI, NOI I NOMADI DELLA RELIGIONE

MILANO
(ANSA) – MILANO, 1 SET – "Fratello, dov’é l’acqua per le abluzioni?". Un musulmano senegalese, arrivato verso le 21.30 alla Fabbrica del Vapore di Milano, cerca subito i suoi punti di riferimento in uno spazio che di solito ospita piece teatrali, ma che per tutto il mese di ramadan, a partire da stasera, si trasformerà nella sala da preghiera per la comunità musulmana del capoluogo. Insieme a lui sono qualche centinaio i fedeli di diverse nazionalità, ma in maggioranza arabi, che a partire dalle 21 sono arrivati alla spicciolata nello spazio messo a disposizione dal Comune nella tensostruttura di viale Procaccini. "Una soluzione dignitosa che abbiamo accettato volentieri", commenta il direttore del centro islamico di viale Jenner Abdel Hamid Shaari, prima della preghiera che durerà fino a mezzanotte. I fedeli sono quasi tutti maschi, moltissimi giovani, anche se nel teatro i responsabili del centro hanno pensato a una barriera per separare uomini e donne. Queste ultime sono una decina al massimo, tutte velate, la maggior parte con due o tre bambini al seguito. Quando inizia la preghiera cronisti e fotografi sono invitati a uscire, i fedeli che arrivano hanno poca voglia di parlare. Sono molti gli sguardi diffidenti anche se c’é chi cerca di sdrammatizzare: "Qui è permesso entrare?", scherza un ragazzo con i giornalisti prima di togliersi le scarpe per la preghiera. "Siamo nomadi della religione – dice Shaari – e questo purtroppo non ci rende molto allegri". Per la grande festa che tradizionalmente si svolge l’ultima sera di ramadan, spiega il dirigente islamico, "bisognerà prendere uno spazio più grande, perché saremo qualche migliaio. Forse il Palalido". Quanto a una soluzione per uno spazio di preghiera stabile, "sono fiducioso – conclude Shaari – che con la fine del ramadan arriverà anche un accordo". (ANSA).

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