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VELTRONI CHIAMA FINI SU VOTO A IMMIGRATI, MA E’ SCONTRO/ANSA

OK UDC, IDV FREDDA; LEGA SULLE BARRICATE; PDL,LOGICA STRUMENTALE (di Alessandra Chini) (ANSA) – ROMA, 1 SET – Due giorni dopo il patto siglato dal governo italiano con la Libia e allo scoccare della ripresa dei lavori parlamentari che avranno all’ordine del giorno anche il ddl sicurezza, il Pd prova a smarcarsi e a lanciare la sua idea sull’immigrazione proponendo di dare il voto alle amministrative ai cittadini italiani regolarmente nel nostro Paese da almeno cinque anni, ma ancora in attesa della cittadinanza. Walter Veltroni, appellandosi alle aperture dimostrate in più di un’occasione su questo tema, si rivolge direttamente al presidente della Camera Gianfranco Fini e, in una lettera, preannuncia una proposta di legge costituzionale del Pd sull’ argomento e gli chiede di adoperarsi per un’iter rapido del provvedimento. Il tema, però, è di quelli destinati a far discutere e, al momento, l’ipotesi vede la contrarietà netta del Carroccio, il no di buona parte del Pdl, che bolla l’iniziativa di Veltroni come una "boutade strumentale", e la freddezza anche dell’Idv, mentre a plaudire sono solo Udc e Prc. "Al rigore con cui contrastare l’immigrazione clandestina – scrive Veltroni a Fini – e perseguire chi compie reati che privano i cittadini del loro fondamentale diritto alla sicurezza e alla serenità, si deve accompagnare sempre la ricerca e la promozione dell’integrazione". Un invito nel quale si coglie un riferimento indiretto alle parole del Papa all’Angelus di domenica, quando Veltroni scrive degli "appelli alti fatti proprio in questi giorni in nome dell’accoglienza". "Il diritto di voto e la partecipazione – scrive Veltroni – sono un vincolo, una ulteriore assunzione di responsabilità verso la comunità in cui si vive e insieme uno strumento di integrazione e condivisione di un comune patrimonio di valori civili, un modo per sconfiggere ogni odiosa forma di discriminazione e promuovere una ampia e salda coesione sociale, una democrazia inclusiva". E anche l’ex ministro Livia Turco, che firmerà con Veltroni la proposta, argomenta: "Per costruire un Paese sicuro bisogna fare in modo che i cittadini si riconoscano, si guardino in faccia, si rispettino e il diritto di voto è una richiesta agli immigrati di esercitare un dovere dando il loro contributo alla comunità ". La proposta del Pd piace all’Udc che con Pier Ferdinando Casini bolla come "razzista" chi dice no al voto agli stranieri alle amministrative e incassa il via libera anche di Rifondazione, ma non scalda Antonio Di Pietro. "Non ci sono pregiudiziali ideologiche – si limita a commentare l’Idv con Massimo Donadi – ma il voto agli immigrati non è una priorità". L’ipotesi di Veltroni, d’altra parte, non trova sponde nella maggioranza. Anzi. La Lega commenta più che altro con sfottò ai democratici. "Veltroni è il ‘maitre a penser’ delle cause perse", dice caustico Roberto Castelli, mentre il capogruppo del Carroccio in commissione Affari Costituzionali Luciano Dussin parla di una "ipotesi fuori dal mondo" fatta dal "segretario di un partito da museo delle cere". Ma anche il resto della maggioranza non è più tenero. Si tratta di una iniziativa "dettata da una logica strumentale", per il presidente dei deputati del Pdl Fabrizio Cicchitto. E, se Fini per il momento tace, per An parla Maurizio Gasparri che osserva categorico: "La Costituzione non si tocca".(ANSA).

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Veltroni: “Presenteremo un pdl sul diritto di voto”

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