In un anno iscritti alle anagrafi 250 mila stranieri in arrivo dall’estero. Cresce però anche il numero degli emigrati italiani di origine straniera
Roma – 7 dicembre 2016 – L’immigrazione in Italia non si ferma, ma tra il calo dovuto alla chiusura degli ingressi per lavoro e l’aumento dell’emigrazione, non ce la fa più a contrastare la diminuzione della popolazione residente.
Lo fa notare l’Istat nel report su “Migrazioni internazionali e interne della popolazione residente” pubblicato ieri.
Negli ultimi cinque anni, scrivono i ricercatori, le immigrazioni si sono ridotte del 27%, passando da386 mila nel 2011 a 280 mila nel 2015. Le emigrazioni, invece, sono aumentate in modo significativo, passando da 82 mila a 147 mila. Il saldo migratorio netto con l’estero, pari a 133 mila unità nel 2015, registra il valore più basso dal 2000 e non è più in grado di compensare il saldo naturale largamente negativo (-162 mila).
Nel 2015 la popolazione residente è diminuita di 130 mila unità. Il calo riguarda esclusivamente i cittadini italiani (142 mila residenti in meno), mentre la popolazione straniera aumenta di circa 12 mila residenti.
Anche se in misura ridotta rispetto al passato, l’apporto della componente straniera della popolazione garantisce comunque un contributo ampiamente positivo sia alla differenza tra nascite e decessi (+66 mila) sia al saldo migratorio con l’estero (+205 mila). I cittadini italiani, invece, hanno accumulato nel corso del 2015 una perdita netta di popolazione di circa 72 mila unità fra iscritti e cancellati per l’estero; tale perdita sale a oltre 227 mila unità nel saldo naturale.
Nel 2015, dei 280 mila iscritti dall’estero, ben 250 mila sono cittadini stranieri (89% del totale), provenienti da 176 Paesi differenti e con 177 diverse cittadinanze. Di essi, oltre 97 mila hanno un passaporto europeo (39%), più di 67 mila cittadinanza asiatica (27%), oltre 66 mila sono cittadini africani (27%) e circa 19 mila americani (8%)
Rispetto al 2014 sono in forte aumento gli ingressi dei cittadini del Gambia (oltre 5 mila, +209%), quelli del Mali (quasi 5 mila, +135%), della Nigeria (9 mila, +68%) e della Costa d’Avorio (2 mila, +61%). In aumento anche gli ingressi di ghanesi (3 mila, +27%) e senegalesi (7 mila, +19%). Queste comunità hanno fatto registrare negli ultimi due anni un consistente aumento di nuovi ingressi per asilo e protezione internazionale.
Sono in calo, invece, le immigrazioni di cittadini filippini (4 mila, -35%), peruviani (2 mila, -31%), moldavi (3 mila, -23%) e georgiani (quasi mille, -22%). Con 46 mila iscritti la comunità rumena è sempre la più rappresentata, seguono le comunità marocchina (15 mila), cinese (15 mila), bengalese (12 mila), albanese (12 mila) e pakistana (11 mila).
Per quanto riguarda le emigrazioni (cancellazioni dall’anagrafe per l’estero), nel 2015 sono 147 mila, l’8% in più rispetto al 2014. Tale aumento, scrive l’Istat, è dovuto esclusivamente alle cancellazioni di cittadini italiani (da 89 mila a 102 mila unità, pari a +15%), mentre quelle dei cittadini stranieri si riducono da 47mila a 45 mila (-6%).
Degno di interesse è però anche il dato degli emigrati di cittadinanza italiana che risultano nati all’estero: oltre 23 mila, +13% rispetto all’anno precedente. Si tratta prevalentemente di immigrati o figli di immigrati che negli anni hanno acquisito la cittadinanza italiana ma ora ripartono: il 55% torna nel Paese di nascita, il 37% emigra in un Paese dell’Unione europea, il restante 8% si dirige verso un Paese terzo non Ue.
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Istat. Migrazioni internazionali e interne della popolazione residente. Anno 2015