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Kyenge a Calderoli: “Altro che macumba, la perseguitata sono io”

L’ex ministra: “Al posto di andare dietro alle superstizioni, il vicepresidente del Senato pensi al processo per razzismo”

Roma – 27 agosto 2014 – “Intanto, quel rito non era una macumba. E al posto di andare dietro alle superstizioni Calderoli farebbe bene a pensare al processo in cui è accusato di razzismo”.

Cècile Kyenge è stufa. Calderoli prima l’ha paragonata a un orango, e per questo è sotto processo per razzismo, ora sostiene di scontare gli effetti di una maledizione inflittagli dal padre dell’ex ministra.

“Mi chiedo che religione pratichi il senatore Calderoli. Io sono cattolica e quindi per me queste cose non esistono" premette l’ex ministra in un’intervista ad Affari Italiani. Poi spiega che il rito fatto da suo padre “è stato un gesto di perdono e di accoglienza”.

Kyenge ricorda a Calderoli un appuntamento. "Il 30 c'è il processo e ci troviamo lì. Non vorrei che si aggiungessero altre cose. Mi sembra che qualcuno che ha un ruolo istituzionale continui a non avere rispetto né del proprio ruolo né di altre persone”.

“Il 30 – insiste – il senatore verrà sicuramente processato per dichiarazione aggravata da odio razziale. Mi sembra che la situazione di persecuzione continui. E in tutta questa situazione la persona perseguitata sono io".
 

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