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Il governo: “Basta stragi, l’Europa non può lasciarci soli”

Renzi: "L'Ue salva Stati e banche, ma lascia morire mamme e bambini". Alfano: "L'Italia non può diventare la prigione dei rifugiati". Mogherini: "Queste non sono frontiere italiane, ma europee"

Roma – 13 maggio 2014 – Mentre continua la conta delle vittime e dei dispersi dell'enessimo naufragio nel Mediterraneo, dal governo italiano arriva l'ennesimo richaimo all'Europa perchè faccia la sua parte per soccorrere e accogliere i profughi.

"L'Europa non ci sta aiutando a soccorrere queste persone, si faccia carico di accogliere i vivi" ha detto ieri il ministro dell'Interno, Angelino Alfano. I profughi "ai quali l'Italia riconoscerà il diritto d'asilo, saranno mandati in Europa, se ci vogliono andare: l'Italia non puo' diventare la prigione dei rifugiati politici".

Alfano ha risposto anche alle critiche sull'operato del governo per fronteggiare l'emergenza: "A quelli che in Italia ci attaccano perché facciamo il soccorso ed evitiamo i morti noi chiediamo, di fronte a questi altri morti, di passarsi una mano sulla coscienza".

"Ha ragione Alfano – gli ha fatto eco il presidente del Consiglio Matteo Renzi – l’Europa ci lascia soli, ma non può salvare gli stati, le banche e poi lasciare morire le madri con i bambini". Gli interventi Mare nostrum "li devono fare anche gli altri paesi europei", ha aggiunto il premier che ha incalzato "tutte le istituzioni europee a impegnarsi: non devono girarsi dall’altra parte".

"Sappiamo che dobbiamo continuare a salvare vite, Mare Nostrum serve a questo oltre che a contrastare il traffico di essere umani, ma è come svuotare il mare con un cucchiaino" ha detto invece il ministro degli Esteri Federica Mogherini. 

"Abbiamo bisogno di un sistema sostenibile a medio e lungo periodo sia nel salvataggio in mare sia nell'accoglienza". La gestione del problema, specifica Mogherini, "è una responsabilità che dobbiamo portare avanti insieme a tutti gli altri paesi europei perché non sono frontiere italiane, sono frontiere europee". "In questo senso – conclude – siamo impegnati a condividere questo ragionamento e queste responsabilità, e quindi anche le operazioni, con gli altri paesi dell'Unione europea".

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