Commissione vara pacchetto. Mercoledì Strasburgo vota sui rimpatri BRUXELLES, 16 giugno 2008 – Sono dieci i "principi comuni" nei quali si articola la comunicazione della Commissione Ue per delineare una politica comune europea sull’immigrazione.
Il documento dovrebbe essere adottato martedì insieme ad un piano d’azione sulla politica di asilo. Il tema dell’immigrazione sarà anche al centro del dibattito dell’Europarlamento, dove la plenaria voterà mercoledì la controversa direttiva sui rimpatri.
Tre le parole chiave del documento: "prosperità, sicurezza e solidarietà".
Prosperità e immigrazione
Sotto questo capitolo si invoca la promozione di una immigrazione legale governata da regole "chiare, trasparenti ed eque", l’armonizzazione fra capacità professionali e richieste, anche attraverso la definizione di ‘profili’ nazionali, l’integrazione come "chiave per una immigrazione positiva" nell’ambito di un processo che coinvolga maggiormente gli Stati e preveda il "contributo" degli stessi immigrati.
Solidarietà e immigrazione
Questo capitolo riguarda la solidarietà "operativa" e "le responsabilità condivise" fra Stati Ue e con l’Ue, oltre alla partnership con i paesi terzi, dai quali provengono i flussi migratori. Per quest’ultimo aspetto la comunicazione sottolinea che "l’Ue dovrebbe lavorare in stretta collaborazione con i paesi partner sulla mobilità legale, sulla identificazioni dei fattori che spingono alla migrazione, sulla protezione dei diritti fondamentali e sulla lotta ai flussi irregolari".
Sicurezza e immigrazione
Questa parte sollecita l’adozione di una politica comune sui visti di ingresso e un rafforzamento della gestione dei confini esterni, mantenendo intatta l’area Schengen di libero movimento. Nel mirino l’immigrazione illegale e il traffico degli essere umani, alla cui lotta gli Stato dovrebbe dedicare più risorse e controlli, incluse ispezioni sui luoghi di lavoro. Oltre ad una efficace politica dei rimpatri, la comunicazione Ue si schiera contro le regolarizzazioni di massa.
Sui rimpatri si pronuncerà il Parlamento europeo in un voto che si preannuncia al cardiopalma. Sulla carta i sostenitori della proposta (Ppe, liberaldemocratici e il gruppo di destra Uen), che prevede la detenzione in centri appositi fino a 18 mesi e il divieto di reingresso per 5 anni, hanno la maggioranza in Parlamento. Ma la compattezza di voto, soprattutto fra i liberaldemocratici è tutt’altro che scontata. Così come non lo é fra i socialisti, dove gli spagnoli e i britannici potrebbero schierarsi per il sì, in controtendenza rispetto alla linea del gruppo che è quella di respingere la proposta di direttiva.