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La proiezione. Ius Scholae: oltre mezzo milione di nuovi cittadini italiani in cinque anni

Roma, 28 agosto 2024 – Il dibattito sulla riforma della legge sulla cittadinanza, noto come Ius Scholae, sta catalizzando l’attenzione del mondo politico e della società italiana. Se la proposta di legge venisse approvata, si assisterebbe a una significativa trasformazione demografica con l’integrazione di oltre mezzo milione di nuovi cittadini italiani entro i prossimi cinque anni. Secondo uno studio condotto da Tuttoscuola, questa riforma avrebbe un impatto rilevante su migliaia di giovani stranieri che frequentano le scuole italiane.

Cosa prevede lo Ius Scholae

Il testo di riforma introduce la possibilità per un minore straniero nato in Italia di ottenere la cittadinanza italiana, a condizione che abbia risieduto legalmente e ininterrottamente nel Paese e abbia frequentato regolarmente per almeno cinque anni uno o più cicli scolastici. Questa misura mira a riconoscere il diritto alla cittadinanza ai ragazzi che hanno completato una parte significativa del loro percorso formativo in Italia, integrandosi nel tessuto sociale e culturale del Paese.

I numeri dello studio: 560mila nuovi italiani

Lo studio di Tuttoscuola fornisce dati eloquenti sull’impatto della riforma. Nel primo anno di applicazione, circa 310mila giovani otterrebbero la cittadinanza italiana. Questi comprendono principalmente gli studenti della terza media e delle scuole superiori che, avendo già superato i cinque anni di istruzione richiesti, beneficerebbero della nuova norma con effetto retroattivo. Inoltre, sarebbero inclusi anche gli iscritti ai percorsi di Istruzione e Formazione Professionale (IeFP), che accolgono un numero significativo di giovani stranieri.

Proiettando l’effetto della riforma nei successivi quattro anni, altri 249mila studenti raggiungerebbero i requisiti per ottenere la cittadinanza, portando il totale a circa 560mila nuovi cittadini italiani in cinque anni. Questi dati rappresentano circa il 7% della popolazione scolastica complessiva e l’1,2% degli aventi diritto di voto in Italia.

Una distribuzione territoriale squilibrata

L’effetto della riforma sarebbe distribuito in modo disomogeneo sul territorio nazionale. Secondo lo studio, la maggior parte dei nuovi cittadini italiani risiederebbe nelle regioni del centro e del nord Italia, dove vive il 60% della popolazione scolastica straniera. Al sud, invece, meno del 15% dei beneficiari della riforma risiede in questa parte del Paese, evidenziando un forte squilibrio territoriale.

Le posizioni politiche

Il dibattito politico sull’Ius Scholae è acceso e vede opinioni contrastanti anche all’interno della maggioranza di governo. Il vicepremier e leader di Forza Italia, Antonio Tajani, si è detto favorevole alla modifica dei criteri per l’ottenimento della cittadinanza, sottolineando come sia una necessità per un Paese in cambiamento. Di parere opposto è invece l’altro vicepremier, Matteo Salvini, leader della Lega, che ha dichiarato che la questione non è una priorità e non rientra nell’agenda di governo. Giorgia Meloni, presidente del Consiglio, non si è ancora espressa chiaramente sulla questione, lasciando in sospeso il futuro di questa proposta di legge.

Conclusioni

L’introduzione dello Ius Scholae potrebbe rappresentare una svolta storica per migliaia di giovani stranieri che hanno costruito il loro futuro in Italia. Tuttavia, la strada verso l’approvazione di questa riforma è ancora incerta e dipenderà dall’evoluzione del dibattito politico nei prossimi mesi. Se approvata, la legge non solo darebbe un nuovo impulso all’integrazione sociale, ma contribuirebbe anche a ridefinire il concetto di cittadinanza in un’Italia sempre più multiculturale.

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