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La riforma della cittadinanza? Se ne riparla davvero dopo le elezioni

La prossima settimana si conosceranno gli emendamenti, ma non si sa quando verranno votati. Tailmoun (Rete G2): “Lottiamo e speriamo da tanto, il Senato la approvi presto, senza modifiche”

Roma – 12 maggio 2016 –  Seppellito da oltre settemila emendamenti,  il disegno di legge 2092 “Disposizioni in materia di cittadinanza” langue ormai da troppo tempo sui tavoli della Commissione Affari Costituzionali del Senato, che non sembra per ora orientata a dare un’accelerata. 

La discussioni generale è finita il 3 febbraio, poi ci sono stati due  giorni di audizioni, quindi la valanga di proposte di modifica presentate per lo più dalla Lega Nord, con il palese obiettivo di intralciarne il cammino.  E l’ultima volta che l’ufficio di presidenza della Commissione ha stilato l’ordine dei lavori, non ha fatto menzione delle nuove regole che farebbero diventare italiani i figli degli immigrati.  

La difficile opera di catalogazione e informatizzazione degli emendamenti sembra finalmente arrivata a buon punto e tra martedì e mercoledì prossimo tutti potranno finalmente sapere come si vuole cambiare il testo già approvato alla Camera. Non è dato però sapere quando quegli emendamenti verranno finalmente messi ai voti. 

Probabile che la prossima settimana la riforma torni all’ordine del giorno, ma il tutto potrebbe risolversi in un semplice avviso della presidente Finocchiaro ai senatori: “Gli emendamenti sono pubblicati, aggiorniamo la seduta”. Anche perché  la  Commissione, che questa settimana non si è riunita, ha anche altri provvedimenti importanti da smaltire, dalla legge sull’editoria al conflitto di interessi, passando per gli atti del governo in scadenza. 

Intanto, si avvicinano le elezioni comunali del 5 giugno e anche la maggioranza potrebbe non avere voglia di far riaccendere i riflettori su un tema così sensibile proprio a ridosso del voto. Senza contare che  i lavori di Palazzo Madama potrebbero fermarsi per qualche giorno prima che si vada alle urne, in modo da consentire ai senatori di partecipare più attivamente alla campagna elettorale, togliendo altro tempo utile alla discussione. 

Tutto lascia supporre, quindi, che ne riparlerà sul serio solo dopo il 5 giugno. In quale clima politico? È un’incognita, dipende anche dal responso delle urne: sono elezioni locali, certo, ma con in ballo città come Roma,  Milano e Napoli è chiaro che avranno ripercussioni anche a livello nazionale. 

“Questa legge è importantissima per centinaia di migliaia di figli di immigrati, italiani col permesso di soggiorno. È una legge di compromesso, con criteri che limitano il numero dei beneficiari, ma la Camera l’ha approvata dopo lunga discussione e per noi a questo punto va bene, ci aspettiamo che il Senato la approvi al più presto e senza ulteriori modifiche” ha detto oggi Mohamed Tailmoun, della Rete G2 Seconde generazioni, in un’ intervista a Radio 3.

Anche perché, ha sottolineato Tailmoun, “la società italiana è molto più avanti del dibattito politico che si vede in televisione o nelle istituzioni. Ci capita spesso di incontrare persone che si stupiscono e dicono ‘ma come, parli così bene l’ italiano, se qui da tanto tempo e non sei italiano?’. Noi abbiamo l’ottimismo di chi ha lottato e sperato per molto tempo, speriamo che i senatori abbiano la coscienza di riconoscerci questo diritto”. 

EP

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