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La Spagna accusa l’Italia di razzismo, poi tutto si chiarisce

La vicepremier spagnola è stata fraintesa e intendeva denunciare gli atti di violenza e gli attacchi ai campi Rom che si sono verificati negli ultimi giorni nel Belpaese

ROMA, 17 maggio 2008 – Non è crisi. "Nessun passo diplomatico", come si dice fra addetti ai lavori. Ma c’è mancato poco. La Spagna ha apertamente giudicato xenofoba la linea del nuovo governo italiano in materia di immigrazione, proprio mentre il capo della diplomazia Franco Frattini partecipava con il presidente del governo spagnolo José Luis Rodriguez Zapatero e il suo ministro degli Esteri, Miguel Angel Moratinos, al vertice Ue-America Latina.

La vice di Zapatero, alla vigilia del summit di Lima, aveva dichiarato che "il governo spagnolo respinge la violenza, il razzismo e la xenofobia e, pertanto, non può condividere ciò che sta succedendo in Italia". Non solo, ma Maria Teresa Fernandez de la Vega ha fatto notare che esistono "meccanismi legali per arginare l’immigrazione clandestina, e sono questi i meccanismi da utilizzare, non altri".

I media spagnoli pubblicano la notizia e l’ambasciatore italiano a Madrid, Pasquale Terracciano, contatta immediatamente il segretario di Stato spagnolo agli Affari esteri europei, Diego Lopez Garrido, che lo rassicura. La vicepremier è stata fraintesa e intendeva denunciare gli atti di violenza e gli attacchi ai campi Rom che si sono verificati negli ultimi giorni nel Belpaese. "Una condanna che accomuna i due governi" come si affrettano a precisare fonti diplomatiche: da parte spagnola, secondo questa tesi, non sarebbe arrivata "nessuna critica al pacchetto sicurezza" che il Berlusconi IV si appresta a varare.

Secondo voi è stato solo un "non capirsi" tra le due nazioni o l’Italia sta veramente vivendo una stagione di crescente razzismo?

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