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La storia di Ikram Jarmouni e l’episodio di razzismo mentre andava alla Camera dei deputati a ritirare un premio

Roma, 11 maggio 2023 – “Si è alzato ed è corso subito verso di me, cominciando a insultarmi, chiamandomi zingara e altri appellativi offensivi. Poi ha minacciato di ammazzarmi“. La denuncia di Ikram Jarmouni comincia così, descrivendo per filo e per segno quanto avvenuto su un treno ad alta velocità partito da Modena con destinazione finale Roma. L’uomo in questione, che si preparava a scendere, era appena inciampato. Per capire meglio cosa stesse succedendo, la studentessa si è sporta nel corridoio, e in quel momento è iniziato l’episodio di razzismo. Perchè rea di non essere bianca era anche, in qualche modo, colpevole di quanto appena accaduto.

razzismo

Episodio di razzismo sul Frecciarossa Modena-Roma

Lunedì 8 maggio Ikram Jarmouni si stava dirigendo a Roma per ricevere il “Premio America giovani per il talento universitario” alla Camera dei deputati. Ha 22 anni, è un’attivista per i diritti umani sulla rotta balcanica e studia Diritti umani e Governance multilivello all’università patavina. Sul treno che l’avrebbe portata al ritiro dell’onorificenza, la giovane è stata aggredita in un vero e proprio episodio di razzismo. “Mi sono solo sporta per vedere cosa stesse succedendo qualche fila dopo la mia, ma appena lo sconosciuto mi ha vista, si è scagliato su di me. Non ero spaventata, ma ho comunque chiesto agli altri passeggeri di chiamare il capotreno tramite l’apposito interfono”. Non ricevendo risposta, Ikram ha contattato il 112. Nel frattempo, un altro giovane ragazzo si è messo tra lei e l’aggressore, impedendo che l’uomo potesse scagliarsi anche fisicamente su di lei.

Al 112 ho spiegato dove mi trovavo e qual era la situazione. Subito dopo mi hanno messo in attesa con tanto di musichetta ma poi ho dovuto interrompere la chiamata, perché l’uomo diventa sempre più molesto”. Mentre lei era al telefono con le forze dell’ordine, infatti, il signore ha minacciato anche di tirare fuori qualcosa dallo zaino per ucciderla. “In quel momento mi sono spaventata per davvero”, ha ammesso la studentessa. Poco dopo il treno si è fermato alla stazione di Roma Tiburtina, e così l’uomo è sceso senza problemi e senza conseguenze.

“Dopo pochi minuti mi hanno ricontattato i carabinieri, chiedendomi dove fosse l’uomo. Ho spiegato che ormai se ne era andato e per tutta risposta mi hanno detto che, se non mi aveva attaccata fisicamente, allora la situazione non era così grave. Lo stesso ha fatto, poi, la capotreno, rinunciando a stendere il verbale, dato che non ero stata effettivamente aggredita”, ha spiegato Ikram. “Con me c’era anche un’amica, di carnagione chiara. L’uomo non se l’è mai presa con lei, nonostante stesse filmando l’aggressione: ha puntato me e basta”, ha sottolineato inoltre. “Quando sono arrivata alla Camera ero circondata da persone felici, ma dentro di me ero triste. Mi sono resa conto che, per quanto io possa essere brava, agli occhi di alcuni sarò sempre solo un’etichetta, datami per il colore della mia pelle”, ha infine aggiunto sconsolata.

Dopo aver raccontato l’episodio di razzismo sui social, Ikram, appoggiata dall’Università di Padova e grazie al supporto legale del Centro d’Ateneo per i Diritti Umani, ha deciso di sporgere querela nei confronti dell’aggressore.

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