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La triste realtà dei naufragi nel canale di Sicilia: sfida alla coscienza e alla responsabilità collettiva. Il punto di Roberto Saviano

Roma, 10 agosto 2023 – Nel mezzo di un’estate apparentemente spensierata, l’Italia è stata nuovamente colpita dalla tragedia umanitaria che si svolge nel Canale di Sicilia. Migranti disperati, fuggendo da conflitti, povertà e disperazione, cercano di raggiungere le coste italiane in cerca di una vita migliore. Tuttavia, i recenti numeri sconcertanti dipingono un quadro cupo e impietoso: negli ultimi sei mesi, 903 migranti, tra cui 289 bambini, hanno perso la vita in questo pericoloso viaggio, molti dei quali sono annegati proprio nel Canale di Sicilia.

Roberto Saviano, noto scrittore e attivista italiano, ha scelto di sollevare una serie di interrogativi condividendoli sui social media. In un post su Facebook, ha espresso con forza la sua indignazione e frustrazione riguardo alla situazione. Lui stesso chiede: “Piantedosi, si farà un sereno bagno nello stesso mare dove muoiono centinaia di persone consapevole che le navi ONG che ha fermato avrebbero potuto salvarle?”.

Un tema chiave affrontato da Saviano è l’effetto delle organizzazioni non governative (ONG) e il ruolo che esse giocano nella migrazione attraverso il Canale di Sicilia. C’è stata l’accusa che le ONG, agendo come “ambulanze del mare”, avrebbero contribuito ad incentivare le partenze, dando ai migranti una speranza falsa e spingendoli a rischiare la vita. Tuttavia, i tragici dati degli ultimi sei mesi smentiscono questa affermazione. I numeri indicano chiaramente che la disperazione di coloro che cercano una via d’uscita supera di gran lunga qualsiasi influenza delle ONG sulla decisione di imbarcarsi in questo pericoloso viaggio.

Saviano solleva inoltre un punto critico: il ruolo della vigilanza e del soccorso in mare. Egli sostiene che la decisione di bloccare le navi delle ONG ha contribuito a compromettere la capacità di pattugliamento della guardia costiera italiana e di Frontex, l’agenzia europea per la gestione delle frontiere. La mancanza di risorse e il carico di lavoro hanno reso difficile prevenire queste tragedie e garantire la sicurezza dei migranti in transito.

È una realtà sconvolgente: mentre molte persone si godono le loro vacanze estive, altre cercano disperatamente di sfuggire a situazioni insostenibili e rischiano la vita nel tentativo di raggiungere un luogo più sicuro. La sfida che Saviano presenta alla società è una sfida di coscienza e responsabilità collettiva. È facile ignorare ciò che accade al largo delle coste italiane, ma la crisi umanitaria è reale e richiede una risposta urgente.

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